Aveva dichiarato guerra alla malattia dicendo: “Il cancro ha scelto il corpo sbagliato”. E forse non c’è modo migliore per ricordare Christoph Daum, ex allenatore tedesco scomparso a 70 a Colonia, in Germania.
Rivelazione proprio col Colonia nel cuore degli anni 80, Daum era balzato agli onori delle cronache quando, nel giro di pochi mesi, fu prima incaricato di guidare la Mannschaft, la nazionale tedesca, e poi invece detronizzato, prima di poter assumere l’incarico, quando da un’analisi del capello emerse come avesse fatto uso di cocaina. Lo snodo chiave di una carriera in quel momento in rampa di lancio – col Leverkusen era arrivato tre volte secondo – e che lo avrebbe portato ad allenare la Germania al Mondiale del 2002.
Dovette invece ripartire dalla Turchia e dal Besiktas, dove già era stato a metà anni 90 dopo il licenziamento dello Stoccarda, che aveva portato a vincere il campionato. Il motivo? La clamorosa eliminazione in Coppa Campioni, quando eliminò il Leeds, ma commettendo un errore grave: mandò in campo 4 stranieri con il limite fissato a tre. Gara ripetuta, Stoccarda eliminato, lui licenziato in tronco.
Daum in Turchia ha allenato a lungo: oltre al Besiktas, due volte il Fenerbahçe. Per questo forse è da lì che arriva la maggior parte dei messaggi di cordoglio. Hakan Sukur, ex interista e simbolo del Galatasaray, la squadra rivale delle due allenate da Daum, ha scritto: “Ho sentito profondamente la tristezza di perdere questa bellissima persona che ha allenato squadre importanti e importanti come il Be?ikta? e il Fenerbahçe nel nostro paese e ha ottenuto un successo significativo”.