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Multiproprietà, l’Uefa ha deciso. Girona e Nizza possono giocare con City e United ma solo in amministrazione controllata

Un blind trust scelto da Nyon guiderà i due club, che così potranno partecipare a Champions ed Europa League come le due squadre di Manchester, pur essendo controllati dallo stesso gruppo, il governo di Abu Dhabi e il colosso chimico inglese Ineos di Ratcliffe. La sentenza pilota per evitare conflitti d’interesse: impossibili scambi di mercato e di tecnici e staff

AMBURGO – Il Girona potrà giocare la Champions insieme al Manchester City, il City Group di Abu Dhabi. E il Nizza potrà giocare l’Europa League insieme al Manchester United, anche se in entrambi i club ha un ruolo di primo piano Sir Jim Ratcliffe, il padrone del colosso chimico inglese Ineos. Lo ha stabilito l’Uefa, intervenendo però in maniera più decisa sul conflitto d’interessi e sulla multiproprietà: per un anno Girona e Nizza saranno controllati da un trust, individuato dall’Uefa stessa, e non potranno fare mercato tra loro, né scambiarsi quadri tecnici.

Nuova Champions Uefa, stagione cruciale

In Germania non si gioca solo l’Europeo, che chiude una lunga e controversa stagione calcistica. L’Uefa pensa già alla prossima, per molti versi la più cruciale dell’ultimo decennio: il varo della nuova Champions a 36 squadre con formato inedito precederà il Mondiale per club a 32 squadre, programmato dalla Fifa negli Usa dal 15 giugno al 13 luglio 2025. Si tratta di una rivoluzione delle abitudini dei tifosi, ma anche dei calciatori e degli allenatori e porta con sé altre conseguenze di natura regolamentare, alle quali i club si dovranno adeguare. Spicca tra le novità il nuovo regolamento sulla multiproprietà, che proprio ieri, giornata intensa per il governo del calcio europeo con le decisioni sui casi disciplinari di Demiral e Bellingham, ha scritto concretamente un nuovo capitolo, affrontando le questioni Manchester City-Girona (entrambe iscritte alla Champions 2024-25) e Manchester United-Nizza (iscritte all’Europa League) e fissando paletti che diventano a questo punto linee guida da non trasgredire.

Che cos’è il blind trust

Le nuove coppe non sono più contigue: non esiste più la retrocessione dall’una all’altra (dalla Champions all’Europa League, dall’Europa League alla Conference) e il caso di conflitto d’interessi si profila dunque solo se le due squadre in questione partecipano alla stessa coppa. Se sono riconducibili allo stesso proprietario o controllante o con un’influenza determinante nel processo decisionale dei club, l’Uefa può intervenire sull’aspetto di quella che ha ottenuto la qualificazione al torneo attraverso un peggiore piazzamento nel proprio campionato: nello specifico il Girona, terzo classificato nella Liga spagnola, rispetto al Manchester City, vincitore della Premier League inglese, ma anche il Nizza, quinto in Ligue 1, rispetto al Manchester United, vincitore della Fa Cup, la Coppa d’Inghilterra. La scelta dell’Uefa è stata quella del blind trust, formula di assetto societario che separare il soggetto dal proprio patrimonio proprio per evitare conflitti d’interesse. Lo si fa affidando l’amministrazione del patrimonio a un trust e a un consiglio (trustee), fino alla scadenza del termine stabilito.

Uefa, una decisione pilota

Consapevole che il massiccio avvento, nella proprietà dei club, dei fondi di investimento con annesse nebbie sulla provenienza del denaro, l’Uefa ha intanto regolamentato nei dettagli la multiproprietà , fenomeno sempre più diffuso nel calcio mondiale. Quella su Girona-City e Nizza-United è la classica decisione pilota.

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