MILANO — Dopo l’arresto, e la notte in cella, è arrivata la conferma del giudice: Radja Nainggolan è indagato, con il sospetto di avere partecipato a un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Secondo la ricostruzione della procura di Bruxelles, i 16 uomini finiti in carcere lunedì avrebbero messo in piedi una rete per importare cocaina dall’America Latina all’Europa, attraverso il porto d’Anversa, e di averla distribuita in tutto il Belgio. Il giudice istruttore della capitale belga, al termine di un lungo interrogatorio, ha rilasciato l’ex centrocampista di Roma e Inter “con condizioni”: non può lasciare il Belgio ed è sottoposto a libertà vigilata nella forma — non ancora definita — dell’obbligo di firma o del braccialetto elettronico. Potrà dormire a casa propria. E al Lokeren-Temse, club di seconda divisione belga per cui era tesserato da pochi giorni, lo aspettano per la ripresa degli allenamenti. «Non è chiaro se potrà tornare con noi, anche se è una questione privata che non ha nulla a che fare con la società», dice il presidente Hans Van Duysen.
Il legale di Nainggolan: “Ha prestato soldi ingenuamente”
Uno degli avvocati di Nainggolan, Omar Souidi, precisa che il suo assistito non sarebbe accusato di avere direttamente partecipato al traffico di droga, ma gli sarebbe stato chiesto di rendere conto del pagamento ad altri indagati di alcune migliaia di euro. Secondo il legale, «soldi che Nainggolan ha dato a persone che voleva aiutare finanziariamente perché è un uomo gioviale. Dobbiamo determinare se queste persone hanno utilizzato i soldi illegalmente. Forse è stato ingenuo». Nel proseguimento dell’indagine — che ha portato al sequestro di 2,7 chili di cocaina, oltre ad armi, gioielli e auto — saranno chiarite le condotte contestate a ciascuno degli indagati. Probabilmente l’auspicio degli avvocati è che “il Ninja” sia chiamato a rispondere solo per riciclaggio di denaro, illecito meno grave rispetto all’ipotesi iniziale di affiliazione a una banda criminale. Per dieci degli arrestati nella retata di lunedì, il giudice ha confermato la custodia in carcere.