Reduce dal licenziamento subito dall'Anversa per essere stato pizzicato a fumare una sigaretta, Radja Nainggolan torna a parlare del suo amore calcistico più grande: la Roma.
Il centrocampista belga, intervistato dalle pagine social di 'Tradizione Romanista', ha escluso la possibilità di un ritorno nella Capitale da calciatore dopo la brillante parentesi tra il gennaio 2014 e il giugno 2018, anticipando però l'intenzione di vivere a Roma dopo l'addio al calcio: "Ormai sono troppo vecchio per tornare alla Roma, però lì ho ancora casa e potrei tornarci a vivere. Roma è stato il posto dove, a livello calcistico, mi sono sentito più amato e rispettato, anche per le cose che succedevano fuori dal campo, perché si dava poco importanza a questo: lì conta solo quello che si dà in campo e questo mi ha spinto a dare sempre di più".
Il Ninja si è poi lasciato andare ad un amarcord sulle stagioni vissute in giallorosso, rivolgendo durissime accuse all'ex direttore sportivo Monchi: "Abbiamo sempre avuto squadre fortissime, ma lo era anche la Juve. Con la Juventus di oggi avremmo sempre vinto lo scudetto, invece siamo sempre arrivati secondi. C’era tanta qualità. Strootman prima dell’infortunio era fortissimo, De Rossi ti trasmetteva il romanismo e davanti c’era Totti che aveva una classe infinita. Purtroppo non abbiamo vinto nulla ed è arrivato un direttore (Monchi, ndr) che ha rovinato la squadra vendendo tutti i giocatori. Io non riesco neanche a nominarlo. Se avessi saputo che sarebbe andato via poco dopo sarei rimasto".
Inaspettata, invece, la mano tesa alla nemica storica Juventus: "I problemi della Juve di oggi? Non so quale sia la verità, ma la Juventus è una società che deve stare in Serie A perché ti spinge ad essere competitivo. Il mio obiettivo è sempre stato batterla".