La missione più importante è stata nella sostanza già compiuta ed è la faccia più veritiera del sofferto pareggio con la Lazio all’Olimpico, che ha permesso al Napoli di blindare il ritorno in Champions con 13 giornate di anticipo sul termine del campionato. In caso di sconfitta a Roma gli azzurri potevano essere infatti risucchiati nella bagarre per le posizioni di rincalzo dell’alta classifica e invece sono riusciti a uscire indenni da 90’ ad alto rischio, superando tra mille difficoltà e in emergenza totale il bivio più importante della loro stagione.
Di qui la serenità nella notte romana di Antonio Conte, tornato a casa con il sorriso nonostante la vittoria sfumata in extremis e la terza rimonta di fila subita dai suoi. «Solo orgoglio per quello che stanno facendo i giocatori», ha ribadito in modo sibillino il tecnico leccese, senza curarsi delle eventuali ripercussioni sullo sprint per il primato dei 3 punti messi insieme negli ultimi 270’.
La frenata c’è e non è un caso che sia avvenuta dopo la scoraggiante conclusione del mercato invernale, in cui la società non ha dimostrato di credere davvero al sogno scudetto, deludendo le attese dei tifosi con un immobilismo senza giustificazioni. Per questo è ancora più apprezzabile la resilienza con Di Lorenzo e i suoi compagni stanno continuando a lottare per rimanere lassù. Nello spogliatoio non ci sono segnali di resa e a buona ragione, dato che i numeri lasciano più aperta che mai la porta per la rincorsa al titolo. Crederci è possibile ed è anche la strada maestra per evitare di guardarsi alle spalle, visto che il duro testa a testa con l’Inter può essere solo d’aiuto per spingere sull’acceleratore fino all’ultima gara. Ecco nel dettaglio i motivi per cui non è vietato il colpo grosso e quelli invece che inducono al pessimismo.
Scudetto sì – Il Napoli può vincere lo scudetto innanzitutto grazie all’aiuto del calendario, dalla sua parte. In primis perché gli azzurri possono concentrare le loro energie solo sul campionato, a differenza delle dirette concorrenti. Ma la squadra di Conte ha anche il vantaggio di aver già affrontato nel girone di ritorno la maggior parte dei big match e di poter giocare gli ultimi due che restano al Maradona: con Inter e Milan. Un altro fattore favorevole e la continuità di rendimento trovata nel corso della stagione, con l’ultimo passo falso che risale all’8 dicembre e una striscia aperta di 10 risultati utili. Fanno inoltre ben sperare il ritorno di un leader come Buongiorno e la facilità con cui i giocatori hanno imparato a utilizzare più moduli tattici, a seconda delle esigenze. Il 3-5-2 può risolvere i problemi in attacco ed è ideale per Raspadori e il nuovo arrivato Okafor, quando crescerà di condizione. Dall’infermeria l’ultima buona notizia: Spinazzola si sta avvicinando in fretta al rientro.
Scudetto no – L’emergenza continua a penalizzare il Napoli, in particolare per il lungo stop che terrà fuori fino a metà marzo Neres. Toccava a lui prendere il posto di Kvaratskhelia e invece l’attaccante brasiliano non potrà per parecchie settimane farsi carico della pesante eredità dell’ex compagno georgiano. Sta diventando inoltre non facile da gestire l’assenza per infortunio di Olivera, prezioso jolly difensivo. Altro motivo di grande preoccupazione per Conte e la flessione fisica accusata dalla sua squadra nelle ultime gare, in cui gli azzurri non sono riusciti a brillare. Stanchi in particolare i tre centrocampisti, con Anguissa che oltretutto è andato in diffida dopo l’ammonizione con la Lazio. La coperta è troppo corta e le squalifiche rischiano di pesare. Ma il vero handicap nella lotta scudetto è la scarsa prolificità dell’attacco. Manca un cannoniere con il gol facile e per questo tutte le partite restano sul filo del rasoio. Dietro l’angolo c’è la trasferta trappola di domenica (12.30) a Como e sarà confermato il nuovo tandem d’attacco Lukaku-Raspadori. Ritrovare la vittoria dopo tre pari di fila – e altrettante rimonte subite – è un obbligo. Oppure il margine per sognare si assottiglia.