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Napoli, con coraggio e maturità la capolista detta legge

Il commento

David Neres gioca per sé e per chi ha lasciato partire Kvara. Elimina i rimorsi dopo un’operazione ad alto rischio, decisa per far cassa. Impone come fascia operativa la sinistra, la sua. Quella che aveva scelto l’Atalanta nella speranza di chiudere i conti con la ubiqua velocità di un giovanotto del 2000, Raul Bellanova. Osservando il gioco nelle pieghe del primo tempo, il resto lo fa Conte con altre due decisioni. Non ha mai sentito tanto una sfida come questa.

La prima, quella di dare spazio intorno a Lukaku, finito come prevedibile sotto il controllo asfissiante di Hien. Glielo concede Politano tra i migliori nella missione della rivincita. Assume una posizione più centrale e avanzata rispetto allo stesso Lukaku. La seconda decisione, calibrare bene le ripartenze per sfruttare gli spazi liberi che l’Atalanta nel suo furore agonistico uomo contro uomo lascia alle sue spalle.

Conte teneva molto a questa sfida, avendo malamente perso quella di Fuorigrotta, quando Gasperini lo sorprese ritirando via dalla formazione dell’avvio proprio Retegui, il capocannoniere del campionato già in quella tristissima sera del Napoli, 3 novembre, mai dimenticata dagli azzurri.

Bellanova fa tutto quello che sa e può nella fase offensiva, è in evidenza fino al gol di Retegui che nell’area occupata in forze dall’Atalanta butta giù il muro di Rrahmani e Di Lorenzo. Il Napoli inerme nei primi minuti come gli accade quando si sente aggredito si riprende subito, non è un caso né fortuna, è la prova di personalità ormai definita.

Peccato che sia incerta solo la regia di Lobotka aggredito da Samardzic in un ruvido duello; è qui che Neres , il fantasista di Campinas, interpreta la sua missione. Gli tocca sostituire ancora una volta Kvara e cancellare le ovvie discussioni sulla cessione di un giocatore molto tecnico a metà del campionato di una squadra capolista. Un azzardo che Bergamo condona subito alla prima verifica. Neres opera bene nella zona alta di sinistra, dove Bellanova rientra affaticato e Djimsiti non si aggancia all’estroso erede di Kvara, insidioso nel creare disturbo all’Atalanta. Cerca la profondità per passare ai compagni in arrivo. Sempre Neres ad ispirare i gol della rimonta, prima Politano che si fa trovare da solo con tanti saluti al distratto o presuntuoso De Roon; e poi McTominay con la collaborazione di Anguissa. I due interni, Anguissa e McTominay, sempre nella zona sinistra scelta da Neres, fissano il dominio colmando il vuoto di Lobotka ormai emarginato dal metodo Gasperini.

Il pareggio di Lookman e la reazione dell’Atalanta suggeriscono a Conte di ritirare Neres. Come nel suo stile di bengala accecante ma limitato nel tempo il protagonista deve lasciare la scena. Lo sostituisce Spinazzola che entra con la vittoria addosso.

Rintraccia Anguissa che a sua volta sveglia la memoria di Lukaku per il gol del successo che il Napoli ma più di tutti Conte si erano promessi in quella serata choc, quando sulla capolista crollò il più buio autunno. Coraggio, ingegno, ma anche una straordinaria cura atletica. Da Bergamo si intravede lo scudetto 2025. Che s’inventa ora il bravo Conte per nascondersi?

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