Uno scudetto conteso, un posto Champions e due biglietti per la serie B ancora da assegnare, la possibilità concreta di un calendario da modificare. E nove partite in contemporanea, tutte domani sera, quasi come ai tempi di Tutto il calcio minuto per minuto. A centottanta minuti dalla fine del campionato, più eventuali spareggi, la Serie A si prepara a vivere la sua super sunday, con tutte le squadre in campo alle 20.45 tranne Genoa e Atalanta, che si sfideranno oggi a Marassi. Fra il Napoli, in trasferta a Parma, e l’Inter, in casa con la Lazio, balla un punto. L’unica combinazione che chiuderebbe i giochi già domani sarebbe: azzurri vincenti e nerazzurri sconfitti. In tutti gli altri casi, la corsa si deciderà all’ultima giornata, con la squadra di Conte in campo al Maradona contro il Cagliari, oggi a cinque punti sopra al terzultimo posto, e quella di Inzaghi in trasferta a Como, già salvo.
Ultima giornata, Inter e Napoli non trovano l’accordo
Se i giochi resteranno aperti, lunedì in Lega di Serie A i presidenti dovranno accordarsi su quando giocare. L’Inter insiste per giovedì 22 maggio, data che consentirebbe poi di giocare lo spareggio scudetto il 25, lasciando ai nerazzurri cinque giorni per preparare la finale di Champions del 31 a Monaco di Baviera. De Laurentiis non è d’accordo: perché rischiare di festeggiare il tricolore di giovedì, senza trarne vantaggio? L’impressione è che una quadra si troverà. Magari indicando da subito una sede per l’eventuale spareggio diversa da San Siro, che dovrebbe essere quella naturale, in ragione della migliore differenza reti dei milanesi.
Il caso dell’arbitro Guida al Var
Ma anche in caso di accordo, la disputa su quando e dove giocare sarebbe un’altra buca in un finale di stagione accidentato, fra polemiche su Var e designazioni arbitrali. L’ultima l’hanno sollevata i tifosi interisti, riguardo alla nomina di Marco Guida come assistente al Var per la gara di domani a San Siro. L’arbitro, nato a Pompei, l’8 aprile scorso a Radio CRC ha dichiarato di non volere arbitrare gli azzurri. A Napoli vive, con la famiglia, «e pensare di sbagliare ad assegnare un calcio di rigore e di non poter uscire due giorni di casa per svolgere le mie attività sportive non mi fa sentire sereno».