NAPOLI — Come un buon caffè: più lo butti giù, più ti tira su. Il Napoli è reduce da un black-out di risultati che dura ormai da un mese e mezzo: quattro pareggi e una sconfitta. Ma l’andamento lento al vertice della classifica ha permesso agli azzurri di conservare lo stesso il secondo posto e di sentirsi dunque in piena lotta per lo scudetto, anche se dall’ultima vittoria in campionato — datata 25 gennaio — sono passati ben 43 giorni. La frenata è iniziata sulla scia del deludente esito del mercato invernale e gli 11 punti lasciati per strada nelle ultime 5 giornate sono stati pagati dalla ex capolista che ha ceduto all’Inter il primo posto. Proprio la rimonta in extremis nello scontro diretto con i campioni in carica della settimana scorsa, però, ha riacceso di colpo l’entusiasmo intorno alla resiliente squadra di Antonio Conte, che nella sfida di oggi pomeriggio con la Fiorentina (ore 15, Dazn) potrà fare leva sul decimo sold out stagionale allo stadio Maradona: 50 mila spettatori. «Rendere orgogliosi i tifosi è il nostro principale obiettivo e sono state di più le volte in cui ci siamo riusciti. La gente apprezza il nostro lavoro, ci dimostra sempre la sua gratitudine: tocca a noi ripagarla».
L’inverno del Napoli
Ma il Napoli non deve sbagliare più e il primo a esserne consapevole è il tecnico leccese, che sta patendo in modo quasi viscerale l’astinenza da vittorie dell’ultimo mese e mezzo. «Non sono arrabbiato, sono solo concentrato. Ci aspetta una partita molto importante: la prima di undici battaglie e altrettante finali». Doppia la posta in palio per gli azzurri, che hanno alzato strada facendo l’asticella delle loro ambizioni e non possono quindi tirarsi fuori dallo sprint per lo scudetto, nonostante l’ostinazione con cui Conte cerca di viaggiare sempre e in ogni caso con i fari spenti. «Zero ansie, preoccupazioni e problemi». L’alta classifica si è però accorciata di colpo e battere la Fiorentina diventa quindi un imperativo categorico pure per blindare la zona Champions, che era l’obiettivo massimo e strada facendo è diventata invece quello minimo, a dispetto della cessione a gennaio di Kvaratskhelia, della sua mancata sostituzione e degli infortuni di Anguissa e Neres. Vallo a dire ai tifosi, adesso, che comunque vada sarà un successo. Al Maradona ci hanno preso gusto a sognare e la frenatona al vertice impone alla squadra di crederci fino alla fine.
Conte ha gli uomini contati
Conte si dibatte da mesi in questa scomoda situazione e sa quanto può essere sottile il confine tra l’euforia e la delusione. Ma ormai si gioca a carte scoperte e il Napoli spera di aver superato la fase più acuta della sua emergenza, anche se l’infermeria è ancora affollata e contro la Fiorentina (prima del fischio d’inizio ci sarà una cerimonia in ricordo di Davide Astori) dovrà stringere i denti pure l’affaticato McTominay. «Ci aspetta un avversario tosto, che s’è rinforzato sul mercato invernale: d’ora in poi di passeggiate non se ne faranno più». Gli azzurri confermano Gilmour a centrocampo e dal tecnico è arrivato un monito al suo gruppo. «Nessuno ha più il posto assicurato e giocherà sempre chi se lo merita». Dopo 4 pareggi e una sconfitta c’è urgente bisogno di una sterzata. «Si vince evitando gli alti e bassi. Abbiamo lavorato tanto per fare crescere le nostre ambizioni. Le parole se le porta via il vento, però: è il momento dei fatti».