NAPOLI – Giù la maschera. I successi consecutivi del Napoli in campionato sono diventati 5 e adesso non regge più nemmeno il paravento del calendario favorevole, che aveva permesso alla capolista di prendere in largo in classifica quasi a fari spenti. “Non è mai banale vincere a San Siro, bravi tutti”, ha infatti derogato al suo silenzio anche Aurelio De Laurentiis, sottolineando il valore molto speciale del blitz compiuto dagli azzurri sul campo del Milan.
San Siro spartiacque
È stato un risultato spartiacque e ne ha dovuto prendere atto in qualche modo pure Antonio Conte, senza peraltro rinunciare del tutto al suo ruolo di pompiere. “Non è mai stata nostra intenzione nasconderci ed essere così in alto ci rende ovviamente orgogliosi, in primis perché nessuno lo avrebbe mai immaginato all’inizio della stagione. Ma la nostra era e resta lo stesso un’annata di rincorsa, visto che siamo ripartiti da un decimo posto. Ritornare in Europa dalla porta principale della Champions è l’obiettivo che ci siamo prefissi, con la consapevolezza di dover lottare per raggiungerlo con almeno altre cinque squadre. Siamo contenti in questo senso di aver messo un po’ di fieno in classifica”, ha tirato le somme senza enfasi il tecnico pugliese, continuando a tenersi strategicamente alla larga dalla parola scudetto. “Godiamoci questi bei momenti senza eccessi. I napoletani devono sapere che stiamo lavorando giorno e notte per renderli orgogliosi di noi. Vivo la passione che ci circonda come una enorme responsabilità”.
Nel nome di Maradona
Ma la pentola è in ebollizione e la vittoria contro il Milan ha avuto anche un significato speciale, nel nome del Diez. Negli spogliatoi di San Siro era infatti da poco passata la mezzanotte e il messaggio di Giovanni Di Lorenzo non poteva essere dunque più tempestivo. “Io e la squadra ci teniamo a dedicare questo successo a Diego Armando Maradona e a dare un abbraccio alla famiglia, visto che oggi sarebbe stato il suo compleanno”, ha sussurrato in sala stampa il capitano del Napoli, strappando l’ultimo applauso della magica notte milanese. Gli azzurri sono lassù e la fuga al vertice della classifica coincide con le celebrazioni in programma in città per ricordare il pibe de oro, che nacque il 30 ottobre del 1960.
La processione e le t-shirt
Il capitano dei primi due scudetti avrebbe compiuto oggi 64 anni e i tifosi non lo hanno dimenticato, come è giusto che sia per un idolo assoluto come il calciatore più forte di tutti i tempi. Il Museo Maradona, di Massimo Vignati, ha organizzato una sorta di processione della statua realizzata da Domenico Sepe, che inizialmente sarebbe dovuta stare all’esterno dello stadio dedicato al Diez. C’è tornata intorno a mezzogiorno nel tour itinerante che è partito alle 7.30 e toccherà Piazza Plebiscito, ma anche la casa di Posillipo dove visse Diego nei suoi sette anni napoletani, a via Scipione Capece. Nel pomeriggio, invece, Stefano Ceci presenterà presso la Sala dei Baroni al Maschio Angioino il progetto “La Mano de Dios”, che ne prevede la realizzazione in 3D in mille t-shirt. Il ricavato sarà donato alla Fondazione Pausillipon con l’intento di acquistare un macchinario per aiutare i bambini ricoverati nell’ospedale pediatrico cittadino. Alle 17.30 ci sarà infine una fiaccolata a Largo Maradona, ai Quartieri Spagoli, aperta a tutti.
Ma l’omaggio più bello è il primato in classifica del Napoli: il filo conduttore tra passato e presente. Conte ha dato alla squadra un giorno di riposo per smaltire l’euforia, sapendo che c’è già il sold out al Maradona per la super sfida di domenica mattina con l’Atalanta. Per la capolista sarà un nuovo esame e da San Siro sono tornati con il morale alle stelle i nuovi gemelli del gol: Lukaku e Kvaratskhelia. Oggi sarà una giornata importante per il rinnovo del contratto del georgiano. Previsto un incontro tra le parti probabilmente decisivo.