Le difficoltà che sta affrontando il Napoli in Champions League sono sotto gli occhi di tutti: 4 punti in altrettante giornate e qualificazione per i sedicesimi di finale ad alto rischio. Ma il deludente pareggio al Maradona contro l’Eintracht di Francoforte è un forte campanello d’allarme anche per le ambizioni in campionato degli azzurri, a dispetto del loro attuale primato solitario in classifica. La squadra di Antonio Conte vive infatti un periodo di vistosa e preoccupante involuzione, che è stato mascherato nelle ultime settimane solo grazie all’orgoglioso exploit a Fuorigrotta nello scontro al vertice con l’Inter. Prima e dopo ci sono stati però i ko di Torino ed Eindhoven – il secondo assai pesante – la sofferta vittoria a Lecce e l’altro 0-0 contro il Como: a riprova che i problemi emersi martedì sera non sono occasionali.
Il problema del gol
I campioni d’Italia hanno smarrito la strada del gol, non riescono a imporre il loro gioco, hanno spesso le gambe pesanti e iniziano a pagare il conto alla valanga di infortuni della fase iniziale della stagione. L’affollamento continuo dell’infermeria di Castel Volturno ha del resto condizionato le rotazioni ed è per questo che alcuni giocatori sono stati costretti agli straordinari, per supplire alle tantissime assenze dei loro compagni. Per questo diversi titolari danno l’idea di essere già spremuti: in modo particolare il capitano Di Lorenzo e Politano, anche se è appena cominciato il mese di novembre e la strada da percorrere è quindi ancora molto lunga.
Film già visto
Sembra il remake del finale dello scorso campionato, in cui il Napoli arrivò allo sprint per lo scudetto coi cerotti e fu protagonista di uno straordinario sforzo di resilienza, per tagliare lo stesso il traguardo con le braccia alzate. Ma da agosto a gennaio gli azzurri avevano volato (50 punti) e i loro problemi erano emersi a febbraio, quando la squadra di Conte si era già messa nelle condizioni di gestire una solida e confortante situazione di vantaggio, che alla lunga si rivelò infatti decisiva. Adesso invece la strada si è fatta in salita dall’inizio – con Romelu Lukaku ko addirittura a Ferragosto – e per questo non è pensabile arrivare fino in fondo aggrappati alle stampelle, per i campioni d’Italia: molto provati dalla catena di infortuni dal punto di vista mentale, oltre che fisico. È stata infatti un’altra mazzata la perdita per quattro mesi di Kevin De Bruyne, il leader che soprattutto in Champions doveva fare la differenza.
Ora la sosta
La coperta del Napoli continua a essere corta ed è un’emergenza paradossale, dopo l’arrivo in estate di 9 rinforzi. L’infermeria azzurra è talmente piena, infatti, da rendere insufficiente persino un organico molto più attrezzato rispetto a quello della stagione scorsa. Conte ha ammesso, per la prima volta, il problema dopo il pareggio contro l’Eintracht, chiamando in causa terapisti e staff medico. “Quando si gioca ogni tre giorni è una situazione da gestire diversa. Dobbiamo crescere tutti insieme, in campo e fuori”. Ma il vero alleato degli azzurri può essere la sosta di campionato alle porte, a patto di superare bene almeno l’ostacolo di domenica a Bologna: una trasferta che per i campioni d’Italia assomiglia a un crocevia.
