Quella di Maradona contro la Juventus, quarant’anni fa, il tecnico Ottavio Bianchi l’aveva battezzata “punizione divina”: il segno della consacrazione di Diego e del Napoli, il tramonto di Platini. Quella di Raspadori contro il Lecce, quarant’anni dopo, certo non ricalca fedelmente il colpo di genio argentino, ma in qualche modo eredita la sua carica simbolica, quasi evocativa.
La finta di McTominay, il gol di Raspdori
Anche questa sembra una punizione a due, con Scott McTominay pronto a calciare di seconda. Ma ecco lo schema ingegnoso, studiato in allenamento. Una breve discussione prima di tirare, poi la rincorsa: parte lo scozzese, ma è una finta. Il centrocampista raggiunge la barriera rivale, posizionandosi alla sua destra per oscurare la visuale del portiere. È in quel momento che Raspadori calcia, mirando proprio contro il compagno di squadra, che s’abbassa per lasciar sfilare il pallone: Falcone battuto sul suo palo e Lecce sconfitto.
McTominay diventa McFratm
Così il gesto di McTominay assume i contorni del miracolo. A partire dal soprannome: The Savior, il Salvatore, come ai tempi del Manchester United. Anche se a Napoli, consigliato dal compagno di squadra Mazzocchi, preferisce farsi chiamare “McFratm”, dall’unione di McTominay e “fratello”. Un trend internazionale. “La brava gente di Napoli sembra essere affetta da un grave e delirante caso di McTominay-mania”, racconta Espn. “Dopo appena 30 partite, il centrocampista della nazionale scozzese è già diventato un eroe di culto”. Per davvero.
Lo scozzese nell’ex edicola votiva
Un artista sconosciuto ha disegnato la faccia del calciatore sopra una ex edicola votiva, una nicchia rimasta vuota nel centro di Napoli, a via San Nicola a Nilo. Dove prima c’era un quadro della Madonna, sparito anni fa, oggi c’è McTominay. La cornice si trova su un complesso monumentale del XVII secolo, nel cuore dei Decumani, affollatissimi di cittadini e turisti, che ora potranno fotografare anche il ritratto dello scozzese, con la scritta “McFratm” e la sigla “N4”, auspicio del possibile quarto scudetto della storia del club azzurro. Sotto l’effigie, quasi a voler completare l’opera, un pallone Super Santos rimasto incastrato durante una partita di strada.
I meriti di Conte nei numeri di McTominay
La celebrazione di un mito e i suoi numeri: 12 gol e 4 assist in stagione. Non frutto del caso, ma di chi sa valorizzarlo: Antonio Conte, l’allenatore del tutto o niente, il passionale uomo del Sud diventato un perfezionista dagli schemi vincenti. Da sempre. Quando allenava il Chelsea, nel 2016 il tabloid inglese Sun pubblica il contenuto di alcuni fogli lasciati dal tecnico a Vienna dopo un’amichevole contro il Rapid. Gli appunti smarriti non sono una semplice lista di istruzioni, ma una serie di schemi personalizzati: ogni giocatore ha indicazioni specifiche, non solo per i movimenti da fare in campo, ma anche per gli integratori alimentari da prendere per ottimizzare le prestazioni fisiche (ad esempio barrette proteiche al cioccolato o alla vaniglia).
I calci da fermo, la collaborazione con Gianni Vio
Un approccio scientifico, come quello applicato ai calci da fermo. Merito soprattutto della collaborazione al Tottenham con Gianni Vio, il mago delle palle inattive ora al Watford. Con un passato da impiegato di banca (come Sarri), Vio ha sviluppato un database con oltre 4 mila schemi, avendo lavorato pure con Mancini durante gli Europei vinti dagli azzurri nel 2021. “Angoli e punizioni sono uno sport diverso dal calcio”, ha raccontato qualche anno fa alla Gazzetta dello Sport. Quando le sue squadre rimediano un calcio piazzato, i difensori avversari vengono distratti da movimenti apparentemente casuali, proprio come ha fatto McTominay contro il Lecce. “Durante l’esperienza al Quinto di Treviso, in serie D, nelle punizioni facevo mettere due gemelli davanti al portiere avversario. Guardavano lui, non la palla. Erano identici, anch’io faticavo a riconoscerli e i difensori non ci capivano niente”, racconta Vio.
Un colpo speciale, un po’ come quello dei gemelli Derrick in Holly e Benji. Allo stesso modo Raspadori e McTominay, non proprio uguali, ma geniali sì, hanno confezionato per Conte un regalo prezioso. Dopo gli scudetti con Juventus e Inter, potrebbe diventare il primo tecnico nella storia del campionato a girone unico a vincere il tricolore con tre squadre diverse. Tutto il potere di una punizione.