Dalle stalle alle stelle, al di là delle aspettative più ottimistiche. Appena 41 giorni fa il Napoli affondava a Verona nel debutto in campionato e nulla sembrava essere cambiato rispetto al disastro della scorsa stagione, a dispetto della coraggiosa e costosa rivoluzione estiva portata a termine senza badare a spese da Aurelio De Laurentiis. Il male oscuro che aveva travolto i campioni d’Italia si era infatti ripresentato al Bentegodi (ko per 3-0) e persino un big mondiale della panchina come Antonio Conte era stato costretto a condividere per un pomeriggio la stessa sorte toccata nei mesi precedenti a Rudi Garcia, Walter Mazzarri e Francesco Calzona: i suoi tre colleghi che si erano inutilmente alternati al capezzale degli azzurri. Invece la crisi non era irreversibile e a distanza di un mese e mezzo scarso il tecnico leccese si trova a gestire addirittura una ventata insperata di euforia, che ha piacevolmente riportato il sorriso sul volto dei giocatori e dei tifosi. Tutto merito della prepotente striscia di risultati positivi collezionati da Di Lorenzo e compagni, risaliti in classifica al secondo posto in campionato e qualificati per gli ottavi di finale della Coppa Italia grazie alla goleada di giovedì notte al Maradona contro il malcapitato Palermo.
Persino il “Napoli 2” è stato capace di dare spettacolo e dai numeri arriva la conferma del momento magico di tutto il gruppo, con 10 giocatori diversi (Di Lorenzo, Kvaratskhelia, Simeone, Lukaku, Anguissa, Buongiorno, Ngonge, Juan Jesus, Neres e McTominay) già andati a bersaglio dopo appena 7 partite ufficiali, tra il campionato e la Coppa Italia. Menzione speciale per il nuovo centrocampista scozzese, che aveva già entusiasmato i tifosi nel suo debutto a Torino contro la Juventus e li ha definitivamente conquistati giovedì sera al Maradona, facendo gol al primo pallone toccato a Fuorigrotta – appena 28 secondi dopo il suo ingresso in campo – e soprattutto esultando in maniera travolgente, con tanto di maglietta baciata. «Sognare in questo stadio è un sogno», ha poi rincarato la dose l’ex giocatore del Manchester United, che pur di trasferirsi alla corte di Conte ha lasciato senza rimpianti la Premier League e ha rifiutato tutte le altre offerte ricevute durante l’estate.
Il Napoli in questa stagione non gioca nemmeno in Europa, ma Mc-Tominay ha voluto lo stesso indossare a tutti i costi la maglia azzurra, dando credito al progetto di rilancio della sua nuovo squadra con la firma di un contratto triennale. È la prova della grande credibilità che si è guadagnato il club azzurro a livello nazionale e internazionale, su cui hanno scommesso anche Buongiorno, Lukaku, Neres e Gilmour. Ad agevolare la rivoluzione estiva sul mercato è stata però pure la presenza in panchina di un big come Conte: garanzia di un rapido ritorno ad alti livelli per tutti: società, giocatori e tifosi. Per uscire dal tunnel serviva un allenatore esperto, preparato e carismatico, dopo il disastro della stagione scorsa. Il primo a rendersene conto capirlo è stato De Laurentiis e i risultati gli stanno dando ragione.Ma la stagione è appena iniziata e Conte sa benissimo che la strada è ancora lunga, come ha subito sottolineato dopo la goleada in Coppa Italia contro il Palermo. «So già che adesso si parlerà di un grande Napoli, mentre già nella partita di domani sera contro il Monza dovremo fare i conti con tante difficoltà, che ci riporteranno alla realtà. Abbiamo fatto il nostro dovere e lo stiamo facendo bene, però la partita della vita che ci aspetta deve essere sempre la prossima » . Guai a mollare la presa, insomma. Il tecnico lo ha ribadito ieri ai suoi giocatori a Castel Volturno, prima della seduta di allenamento mattutina. Lavoro di scarico per chi è stato impegnato giovedì e più intenso per gli altri. Torna il campionato e dopo le rotazioni infrasettimanali (“Sono cambiati gli interpreti, non il nostro modo di stare in campo: è questo che mi è piaciuto di più…”) i titolari sono pronti per riprendersi – meritarsi – il loro posto in squadra. Il Maradona aspetta Di Lorenzo, Buongiorno, Kvaratskhelia, Lukaku e soprattutto McTominay. È ritornata la febbre azzurra.