Il tecnico del Napoli Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della super sfida del Maradona contro la Juventus di Max Allegri.
Il Napoli ha vinto le ultime tre partite interne di Serie A contro la Juventus e solo una volta nella sua storia nella competizione è arrivato a quattro di fila contro i bianconeri in casa (tra il 2007 e il 2011) – l'ultimo successo bianconero al Maradona risale al 3 marzo 2019, grazie a un 2-1 firmato da Pjanic ed Emre Can.
Queste le parole di Spalletti, che entra subito durissimo su Allegri nonostante le parole al miele del tecnico bianconero:
"Capisco che per Allegri sia conveniente passare da comprimario, ma per una Juve sempre imbottita di campioni è impossibile nascondersi dal ruolo di favorita, certi investimenti si ripagano solo giocando per Scudetto e vittoria Champions. E' inutile mettersi il cappello o la barba finta, non c'è quarto posto che soddisfi la Juventus".
Spalletti parla anche delle otto vittorie consecutive della Juventus, e del fatto che sia una formazione molto ostica da affrontare:
"La prima mossa la fa chi batte al centro, avrà la palla tra i piedi. Sono due filosofie differenti, Allegri sposa il motto juventino, vincere è l'unica cosa che conta, qui è tutto più anima e cuore, c'è stato Maradona, l'hanno visto giocare, e quando ha vinto ha mostrato quanta bellezza c'è nel calcio e non possiamo fare a meno di portarci dietro un po' di quella bellezza e ricordiamo quel calcio sperando di riproporlo, poi è chiaro che le gare raccontano che loro ci lasceranno campo, come si è visto anche con Cremonese e Udinese, e lì diventa una gestione in cui essere bravi a far possesso e cercare il gol, ma devi sapere interpretare correttamente perché lasci campo e prendi quello che loro ti concedono. Loro ripartono e hanno giocate individuali multiple, la prima considerazione sarà non perdere mai equilibrio nell'attaccare".
Il tecnico partenopeo parla anche nel dettaglio della solidità difensiva bianconera, e del modo di giocare della Vecchia Signora:
"Loro si abbassano davanti l'area di rigore, è più facile difensivamente rispetto pressare alti, poi c'è la volontà di un calcio che vuoi fare, le capacità che ritieni abbiano i tuoi calciatori e se può piacere come spettacolo fare quel calcio lì al di là delle vittorie. Noi faremo ciò che ci piace e ciò che piace ai tifosi. Un tecnico è passato da qui, poco tempo fa, Sarri che non ha vinto niente ma si parla solo del suo calcio e quindi ha un valore e a me piace quella roba lì che altra… c'è stato Benitez che ha vinti un paio di titoli, si parla bene anche di lui, ma non ha impressionato come Sarri quindi c'è da starci attenti. A volte si lascia un segno più col visibile che con ciò che porti a casa senza un lavoro fatto sul campo".
Ancora sulla solidità difensiva della Juve:
"Se una squadra gioca davanti alla linea difensiva, difficilmente l'altra farà 10 occasioni da gol, diventa più angusto lo spazio e serve una qualità superiore alla media. Le difficoltà ci saranno e noi abbiamo le carte in regola per poter fare la partita che vogliamo. Cambiare qualcosa? Le sostituzioni. Avere altri freschi che danno vampate di velocità in alcuni momenti può scardinare qualcosa".