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Napoli, stadio e centro sportivo: il tesoro di Kvaratskhelia sblocca gli investimenti

Senza un impianto di sua proprietà, cento milioni persi per ogni stagione. Manna: “Al lavoro”

Sold out, per la settima volta in campionato. Il Maradona è ritornato a essere troppo piccolo e ai 50 mila fortunati che sono riusciti ad assicurarsi un posto in prima fila per la sfida contro l’Udinese potevano aggiungersene molti di più, visto che la disponibilità di biglietti è stata ancora una volta inferiore di tanto alla richiesta.

Altro che stadio virtuale, insomma. Al Napoli servirebbe un impianto con una capienza maggiore, oltre che più moderno, attrezzato e ospitale. Ne avrebbe urgente bisogno anche la città, che sta rischiando di perdere l’appuntamento con gli Europei del 2032, la cui organizzazione è stata affidata a Turchia e Italia: con 5 sedi a testa. La Figc ne ha già scelte tre: Roma, Milano e Torino. La quarta sarà Firenze e per il Sud c’è la concorrenza forte di Palermo e Bari.

Napoli è in ritardo ed è un danno economico pure per il club di Aurelio De Laurentiis, che perde ogni anno cento milioni di entrate senza lo stadio di proprietà. Il presidente ha annunciato più volte la presentazione di un progetto per il restyling del Maradona o per la realizzazione di un nuovo impianto, che però si fa ancora attendere. «Dirò tutto al mio ritorno dagli Stati Uniti», annunciò a dicembre il numero uno azzurro: promessa per ora non mantenuta.

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