Dimaro Folgarida — Tre rinforzi, oltre 50 milioni spesi, Di Lorenzo, Lobotka e Kvaratskhelia blindati, ma soprattutto l’ingaggio di Antonio Conte. Il re della prima parte del mercato è Aurelio De Laurentiis e non finisce qui, visto che a fronte dell’imminente cessione di Victor Osimhen (Psg in pole position, in subordine la pista araba) nel mirino del Napoli c’è un’altra raffica di colpi. Romelu Lukaku si è infatti già promesso al club azzurro e con lui arriverà l’esperto difensore Mario Hermoso. Più complessa la trattativa per Mason Greenwood, sulle cui tracce ci sono anche Marsiglia (in vantaggio) e Lazio. Ma vanno tenuti in considerazione – nonostante le ufficiose smentite che filtrano dal quartier generale di Dimaro – pure i rumors intorno ai nomi di Federico Chiesa, Domenico Berardi e Adrien Rabiot, peraltro meno consistenti rispetto ai sondaggi fatti con il Milan e il Lecce rispettivamente per il centrocampista Yunus Musah e l’esterno Patrick Dorgu: due pupilli del nuovo tecnico.
Il cambio di rotta di De Laurentiis
C’era una volta la strategia più attendista di De Laurentiis: uno esce e uno entra. Nella ormai ventennale gestione del presidente del Napoli la regola sul mercato era stata infatti sempre la stessa: prima si cede e poi si fanno gli acquisti. Ma l’arrivo di Conte ha già stravolto pure questa consolidata abitudine, tant’è che nelle prime settimane di trattative si è riempita per il club azzurro solo la casella dei rinforzi. Il nuovo direttore sportivo Giovanni Manna ha infatti piazzato tre colpi in rapida successione, mettendo a disposizione dell’ex ct della Nazionale altrettanti difensori: lo svincolato Leonardo Spinazzola, il giovane spagnolo Rafa Marin (cantera Real Madrid) e soprattutto il richiestissimo Alessandro Buongiorno, strappato alla concorrenza di Juve e Inter. L’esborso complessivo è stato di 47 milioni più altri 5 di bonus: stipendi dei giocatori esclusi.
La risposta alla delusione dei tifosi
Nessuno in Italia ha avuto finora la forza economica di investire una cifra simile. Il deludente decimo posto in classifica del campionato scorso – dopo lo scudetto vinto – imponeva del resto una reazione immediata e un drastico cambiamento di rotta, anche per dare una risposta alla delusione dei tifosi.
Risolti i casi Di Lorenzo e Kvara
Su la testa. Il Napoli si era già ribellato al declino ingaggiando Conte con un triennale da 6.5 milioni netti, più 3 di bonus. Ma De Laurentiis non si è limitato a coprirsi le spalle con l’allenatore più costoso della Serie A ed è partito a razzo anche sul mercato, resistendo al di là dei tre acquisti al mal di pancia di Di Lorenzo (confermato nonostante la corte della Juve) e gettando le basi per blindare con un robusto aumento contrattuale – stipendio triplicato a 4.5 milioni – pure Kvaratskhelia. Il capitano e l’attaccante georgiano sono nella short list degli intoccabili stilata dal nuovo tecnico e trattenendoli entrambi il club azzurro ha dato un altro segnale di forza economica, oltre che di ambizione sul campo.
L’ambizione ritrovata
Vero è che Adl incasserà presto il tesoro per la cessione di Osimhen e avrà modo di sistemare i conti anche con le partenze di Lindstrom, Simeone, Ostigard, Mario Rui e di uno tra Natan e Juan Jesus. Intanto però la difesa è stata rinforzata giocando d’anticipo con la prima scelta Buongiorno, il giovane Marin (per il quale di Real Madrid si è tenuto il diritto di recompra) e l’esperto Spinazzola, in attesa di Hermoso. Presto arriverà il momento degli altri reparti e con Lukaku e Greenwood sarà difficile viaggiare a fari spenti. Al tavolo delle big bisogna (ri)aggiungere un posto.