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Nazionale, addio a Iserlohn. Viaggio nel ritiro del fallimento azzurro

La Figc ha contenuto i costi del ritiro in Germania, prenotando l’hotel della squadra anche per lo staff e per gli sponsor, che portano 125 milioni di ricavi annuali: rifatti prato e spogliatoi, ma il risultato della squadra fa sbiadire l’immagine della Nazionale

Iserlohn. La presenza della Nazionale in Germania per l’Europeo è un ricordo ancora fresco, che secondo prassi sta per essere cancellato dopo l’eliminazione degli azzurri. Gli operai addetti alla rimozione dei cartelloni pubblicitari e delle strutture dell’Hemberg Stadion e di Casa Azzurri stanno provvedendo: è simbolica la scena dello smantellamento della grande porta di ingresso al campo di allenamento, sovrastata dallo striscione Auf Wiedersehn. L’arrivederci tedesco è pieno di gratitudine, perché a Iserlohn, il paese della Vestfalia che ha ospitato la squadra dal 10 al 30 giugno, la Figc ha lasciato in eredità con il contribuito Uefa un nuovo campo e spogliatoi rinnovati. Se la tribunetta in lamiera è rimasta tale, l’Hemberg Stadion, dove gioca la locale squadra nei campionati dilettantistici della regione, ha cambiato volto, a cominciare dal prato rifatto, con la consulenza dell’agronomo della Lega di serie A, Giovanni Castelli.

Un ritiro semichiuso

Il centro di allenamento era inizialmente quasi fatiscente: per la prima volta è stato scelto da un catalogo dell’Uefa, che voleva un Europeo a basso consumo e a bassi costi, anche se Inghilterra e Portogallo hanno optato per ritiri più lussuosi, fuori catalogo. Anche all’hotel Vier Jahreszeiten da 120 euro a notte per una stanza, che dal 5 luglio tornerà prenotabile per la normale clientela, i segni del passaggio degli azzurri rimangono freschi: in particolare la foto a tutta parete dei 26 giocatori, di Spalletti e dello staff, accoglie i visitatori davanti alla reception, dove su un foglio appoggiato sul bancone compaiono ancora i nomi e i numeri di stanza di Barella, Donnarumma e Chiesa.

La Figc ha prenotato l’intero albergo, che ha ospitato, oltre alla squadra, staff e alcuni sponsor della Figc: 120 stanze in tutto per 130 persone, con spazi separati rispetto alla squadra, e gli uffici federali e del cerimoniale mantenuti nel ritiro per risparmiare. Non è successo come nel 2014, a Mangaritiba, in Brasile, quando la Nazionale di Prandelli sperimentò il ritiro all’olandese, con mogli, compagne, famiglie, parenti e amici al seguito, e nemmeno con l’opposto storico, il ritiro del Mondiale 2006 al Landhaus Milser di Duisburg, dove Lippi pretese la clausura totale.

Marotta e le talpe

Stavolta, al di là di qualche incontro casuale nel corridoio per il ristorante che può avere disturbato Spalletti, la privacy della squadra è stata per lo più salvaguardata. Tra le presenze esterne spiccava quella dell’ad dell’Inter Beppe Marotta in veste di consigliere federale e potenziale guida futura della commissione di saggi, incaricati di evitare la dispersione dei talenti delle Under azzurre: di questa commissione, annunciata dal presidente della Figc Gravina, dovrebbero fare parte anche i dirigenti Giuntoli (Juventus), Sartori (Bologna) e Marino (Atalanta). Non possono comunque essere ascritti a distrazioni esterne gli evidenti cali di concentrazione della squadra, e sembra difficile anche che abbiano originato le fughe di notizie denunciate dal ct, quando il sofferto approdo al 3-5-2 nella partita con la Croazia lo ha indotto a sospettare di qualche talpa.

Sponsor da 125 milioni l’anno

Quanto agli sponsor, alle interviste concordate, alle pubbliche relazioni istituzionali e alle incursioni negli spogliatoi dei cantanti – Tananai e Rocco Hunt – o al miniconcerto durante il primo allenamento aperto al pubblico del Fiorello di Germania – l’italo-tedesco Giovanni Zarrella con ballerine e ballerini annessi – non si può pensare che si sia trattato di distrazioni fatali. È del resto un percorso ormai avviato da tempo: la moltiplicazione degli introiti commerciali, che hanno raggiunto i 125 milioni di euro l’anno, passa attraverso i contratti con gli sponsor e la tv dedicata Vivo Azzurro (unico caso tra le 24 squadre iscritte a Euro 24), con oltre 100 milioni di visualizzazioni. Solo che non hanno funzionato, clamorosamente, gli altri numeri, quelli del campo: all’Europeo l’Italia ha perso nettamente due partite con Spagna e Svizzera, una l’ha pareggiata in extremis con la Croazia e una sola l’ha vinta, in rimonta con l’Albania. Così è tornata presto a casa e ha perso altri punti in immagine: Iserlohn la ringrazia, ma non è una grande consolazione.

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