Da tabù a fortino, da doloroso punto debole ad arma in più poderosa e di nuovo decisiva. Tra i principali meriti della gestione di Antonio Conte c’è anche la riconquista del Diego Armando Maradona, dove il Napoli ospita oggi pomeriggio (ore 15) il Lecce nell’anticipo dell’ottava giornata del campionato. A certificare la svolta ci sono i numeri, prova-provata del percorso netto fatto finora in casa dagli azzurri: 4 vittorie di seguito in Serie A e due turni superati con Modena e Palermo in Coppa Italia, per una striscia di risultati positivi che sta spazzando via la cappa di delusione con cui i tifosi erano stati costretti a convivere nella scorsa stagione. La stadio intitolato alla memoria del “Pibe de oro” era diventato infatti terreno di conquista per quasi tutti gli avversari e alla fine del torneo il bottino interno messo insieme dal capitano Giovanni Di Lorenzo e dai suoi compagni era stato sconfortante: 6 successi, 7 pareggi e 6 sconfitte, con una disastrosa media di 1.32 punti a gara. Tutta un’altra storia viceversa nei primi due mesi del nuovo corso, in cui il sold out sulle tribune di Fuorigrotta è già diventato la regola e sotto gli occhi del “dodicesimo uomo” si sono arresi in rapida successione Bologna, Parma, Monza e Como: per un poker da 12 punti.
Non è ancora finito ottobre e il Napoli è dunque sulla strada giusta per eguagliare in fretta il – mortificante – numero complessivo delle vittorie casalinghe del campionato scorso. Gli azzurri sono decisi a fare un altro passo avanti oggi pomeriggio contro il Lecce, contando sulla spinta dei 50 mila tifosi attesi al Maradona. Ci sarà il pienone ed è una diretta conseguenza del primato solitario della squadra di Conte, che sta guidando la classifica con 2 punti di vantaggio sull’Inter e 3 sulla Juventus: protagoniste dello scontro diretto tra le inseguitrici in programma a San Siro domani pomeriggio. Sulla carta si tratta quindi di una giornata di campionato favorevole alla capolista, a caccia del quinto successo di fila a Fuorigrotta per dare ancora più sostanza alla sua fuga al vertice, che è iniziata esattamente 27 giorni fa.
Dietro l’angolo per il Napoli c’è il ciclo di ferro: Milan, Atalanta, Roma e Inter in rapida successione. Un motivo in più per capitalizzare al massimo la sfida di oggi contro il Lecce, che si presenta al Maradona dopo i 6 gol subiti domenica scorsa in casa con la Fiorentina. I tre punti per gli azzurri sono un obiettivo alla portata e categorico, anche se dopo il mezzo campanello d’allarme di Empoli è possibile che Conte sia costretto per la prima volta a mischiare un po’ le carte. Squadra che vince si cambia: è questo infatti il messaggio che trapela dal bunker di Castel Volturno, dove la squadra ha svolto ieri l’allenamento di rifinitura per poi trascorrere la notte in ritiro a Pozzuoli. Nelle ultime prove generali – oltre al portiere Meret, pronto al rientro dopo l’infortunio – hanno trovato spazio tra i titolari pure Ngonge e Neres, candidati a prendere il posto dell’affaticato Politano e forse di Kvaratskhelia, sul cui difficile rinnovo ha glissato Aurelio De Laurentiis da Milano (“Che novità possono esserci?”), in attesa di un nuovo incontro con l’agente del campione georgiano, da ieri in Italia. Confermato invece in cabina di regia Gilmour, visto che il rientro di Lobotka non pare così vicino. Rrahmani e Lukaku dovrebbero infine spuntarla nei ballottaggi con Rafa Marin e Simeone. Per chiunque andrà in campo, però, ci sarà la certezza molto preziosa della spinta dei 50 mila tifosi, pronti a recitare di nuovo nella parte del dodicesimo uomo. Avviso ai naviganti. Lo stadio di Fuorigrotta è ritornato un fortino.