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Neymar: “Guardiola mi voleva al Bayern Monaco. Lo accolsi in mutande e gli dissi di no”

Il brasiliano ha raccontato i suoi rifiuti al club tedesco e al Real Madrid, mentre il suo staff lavora a un clamoroso ritorno al Barcellona

Al Santos sta ritrovando la gioia di giocare che aveva smarrito in Arabia Saudita e negli ultimi mesi parigini, ma Neymar potrebbe lasciare il club brasiliano per tornare al Barcellona, club in cui ha giocato dal 2013 al 2017. Lo rivela The Athletic, secondo cui sono in corso contatti tra il presidente del Barça, Joan Laporta, e l’agente del giocatore, Pini Zahavi, che cura anche gli interessi del tecnico Flick e del centravanti Lewandowski. Neymar, 33 anni, è disposto perfino a un sostanzioso taglio dell’ingaggio pur di tornare a giocare al Camp Nou.

L’assegno in bianco offerti dal Real Madrid

Nella città catalana era arrivato respingendo le proposte di Real Madrid e Bayern Monaco, come ha raccontato nel podcast Podpah: “Il Real mi aveva offerto un assegno in bianco, mi dissero che avrei avuto tutto quello che volevo: mi proposero un ingaggio pazzesco, tre volte di più di quello del Barcellona, ma alla fine ho ascoltato il cuore: volevo giocare con Messi, nello stesso club dove aveva giocato Ronaldinho: non ho mai avuto dubbi”. Anche a costo di dover dire no a Pep Guardiola, che proprio in quel 2013 lasciava il Barça: “Ero a casa mia – ricorda Neymar – in mutande e maglietta, apro la porta e vedo mio padre, Guardiola e un traduttore. Guardiola entra e mi dice: ‘Voglio portarti dove andrò ad allenare. Devi venire a giocare con me, ti farò diventare il migliore, segnerai sessanta gol’. Gli risposi: ‘Ok, ma in quale squadra?’. Inizialmente non voleva dirmelo, poi cedette: ‘Firmo col Bayern Monaco. So che è una città fredda ma penserò io a te’. Anche lì, alla fine, scelsi il Barcellona”.

Neymar: “In Arabia ero infelice, piangevo spesso”

Il brasiliano ha anche parlato dell’anno e mezzo passato all’Al-Hilal, in Arabia Saudita: “Ero sempre triste e infortunato, arrivavo a casa disperato, tante volte piangevo. Appena si è fatto avanti il Santos, ho capito che era l’unica opportunità che desideravo. Ho ricevuto anche altre proposte, ma quando ho pensato di rescindere il contratto con gli arabi sapevo che lo avrei fatto solo per tornare dopo dodici anni al Santos”. Dove vuole vincere il torneo paulista, nonostante i tanti falli che subisce in ogni partita: “Non sono un angelo in campo, lo so. Spesso i giocatori avversari mi cercano per colpirmi, si arrabbiano di più con me che con Messi e Cristiano Ronaldo”.

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