Il do di petto rientra nella categoria dei gesti bizzarri, soprattutto quando ne segue un gol. Il calciatore che sfodera il colpo di petto lo fa – vero Frattesi? – o perché il pallone è troppo basso per andarci di testa o perché è troppo alto per pensare di addomesticarlo con il piede. Solitamente accompagna la traiettoria, ricalibrandola appena un po’. Il do/gol di petto – in buona sostanza – è l’arte di scegliere con esattezza la soluzione meno prevista. Segnare con il petto è una specialità fuori dall’ordinario: a seguire la Top 10.
Il gol di petto di Inzaghi in Champions
Pochissimi goleador nella storia recente del calcio hanno avuto quella capacità ferina di trasformare ogni minimo rimbalzo del destino in una opportunità per fare gol. Uno di questi è Pippo Inzaghi. Che segna – di petto – nella finale di Champions League del 2005, il primo dei suoi due gol in Milan-Liverpool 2-1. Punizione di Pirlo, Inzaghi si stacca dalla barriera e – come da Dna – corre verso la porta. Il pallone gli sbatte sul petto, cambia traiettoria e inganna il portiere. Deviazione involontaria, ma decisiva. Segue clamorosa esultanza di SuperPippo.
Il più veloce nella storia è di Alvarez
Finale del Mondiale per Club 2023 tra Manchester City e Fluminense, il tocco di petto di Julian Alvarez arriva dopo appena 40 secondi. È indubbiamente il gol di petto più veloce della storia del calcio. L’argentino ribatte in rete un tiro di Aké che era andato a sbattere sul palo. Il suo merito è quello di essere nel posto giusto al momento giusto. Finisce 4-0 per il City, l’immagine iconica di quella partita è il colpo fuori catalogo del centravanti argentino.
La doppia vita di Gyasi
“Avevo già segnato di petto, ma nella Carrarese, in Serie C. Ripeterlo in A è bellissimo”. Parole e musica di Emmanuel Gyasi, attaccante dell’Empoli che – grazie al suo gol di petto, segnato arrivando in corsa a chiudere un contropiede – poco più di una settimana fa è riuscito a strappare un punto al Dall’Ara di Bologna, mantenendo l’imbattibilità in campionato.
Un petto da Fenomeno
Gol di petto, gol da Fenomeno. Parliamo di Ronaldo, l’originale. Che di petto segna nell’aprile 2007, quando torna in Italia per vestire la maglia del Milan. Il gol arriva contro il Cagliari (finisce 2-0), ed è di una facilità estrema anche perché l’assist arriva dal connazionale Marcos Cafu. Il portiere Chimenti esce a vuoto, Ronaldo è in volo e non fa altro che offrire il petto. Poi i due brasiliani, va da sé, se la ridono.
La magia di Messi nel Mondiale per club
Nel dicembre del 2009 – sempre Mondiale per club – il Barcellona batte l’Estudiantes e si aggiudica la coppa grazie a un gol di petto – ma stavolta nel finale – di Leo Messi, che sbuca dal nulla nell’area avversaria e offre il petto alla traiettoria del pallone. Non è certamente tra i 10/20/30 gol più belli della Pulce, ma sta lì a dimostrare che i campioni come lui custodiscono la bellezza ovunque, persino nello sterno carenato.
Il punto esclamativo di Giroud
I cross dalla sinistra di Theo Hernandez, quando la scintilla lo assiste, sono sentenze a cui basta mettere, alla fine, il punto esclamativo. Accade così anche nel novembre 2023 in Lecce-Milan. Il gol che apre la partita (finirà 2-2) è tutto di marca francese. Lo segna Olivier Giroud, ma senza fare troppa fatica. Gli basta concedere il petto a fronte della cannonata di Theo. Pim-pum. Il pallone sbatte addosso a Giroud e finisce in rete. Ci fosse andato di testa, si sarebbe fatto (molto) male.
E Lukaku offrì il petto
Di Romelu Lukaku si dice che è uno di quei centravanti che “riempiono” lo spazio. Lo testimonia il gol segnato a Cagliari, con la maglia della Roma, l’anno scorso. Cross dalla destra di Aouar, il portiere Scuffet è superato dalla parabola, la porta è sguarnita, Lukaku arriva in corsa e sceglie – bontà sua – di colpire con il petto, allargando le braccia (non si sa mai che l’arbitro venga ingannato dalla postura). Sul cross c’era scritto: basta spingere.
Il gol impossibile di Ibrahimovic
All’epoca, erano gli anni del Paris Saint Germain, i francesi parlarono di “gol impossibile”. In realtà il buon vecchio Ibrahimovic si era limitato – su un cross che arrivava dalla destra – a una posa da centometrista, con il petto che spinge in avanti e le braccia tese dietro. Rivelò, figurarsi, che era stato un gioco da ragazzi, far gol così. Grazie a quel gol il Psg – battendo il Saint Etienne – approdò nella semifinale della Coppa di Francia.
Rabona e gol di petto: due magie in una
Votato come gol più bello della Bundesliga nel gennaio 2022. Rabona – ovvero cross che si fai incrociando le gambe, praticamente un colpo di coda con coefficiente di difficoltà altissimo – di Patrick Wimmer e il gol di petto di Alessandro Schopf, trequartista austriaco dell’Arminia Bielefeld che – quel giorno – batte l’Eintracht di Francoforte. Nessun dubbio da parte della critica: il gesto più bello è quello di Wimmer, che si inventa la rabona.
La perla del figlio d’arte
Il gol di petto non ha residenza solo nei salottini-vip del calcio. Il gesto appartiene anche a chi la sfanga nelle categorie inferiori. Nell’ottobre 2020, campionato di Serie C1, Simone Andrea Ganz, figlio di Maurizio (ex Inter e Milan, detto “El segna sempre lù”), quell’anno in forza al Mantova, segna con il petto contro il Perugia. Tradizione di famiglia: non conta come si segna, conta timbrare il proprio nome nel tabellino dei marcatori.