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Osimhen caso mondiale: 10 milioni per fare il turista

A Conte la squadra non piace se sollecita rinforzi in tv. Ha deciso di esporsi solo domenica sera perché i giorni passano e avverte l’urgenza

I fatti sono tre. A Conte la squadra non piace, se sollecita rinforzi in tv. Ha deciso di esporsi solo domenica sera perché i giorni passano, avverte l’urgenza, il 18 si gioca la prima di campionato a Verona, ci siamo. Non c’è rottura con la società, ma così l’ha messa idealmente in mora. Ora tutti sanno quello che da tempo ripete al presidente e al giovane manager Giovanni Manna. “La rosa va rafforzata”, è la frase chiave. Cambierà qualcosa?

Era necessario appello corretto, piuttosto che un ultimatum, dopo aver ascoltato proprio Manna. Prima della partita, che il Napoli ricorda come un naufragio scampato, aveva fissato due punti chiave del mercato. “Victor Osimhen è nella rosa, ma vuole andare via”. E l’altro: “Lukaku è del Chelsea, potremmo prendere pure un altro attaccante.

Il mercato finisce tra venti giorni”. Niente di clamoroso, Manna dice e non dice, ma è evidente la sua fuga dalla verità. Il rifiuto di impegni . La mancanza assoluta di concretezza sui programmi di un club che dopo lo sfacelo dell’anno scorso ritrova lo stadio pieno ed i soldi già versati di 22mila abbonati. Effetto Conte, certo. Ma anche una responsabilità.

Da Conte che si aspettano i tifosi, basta il Napoli visto domenica sull’orlo del primo burrone? Le due parate su rigore di Meret, il portiere che era stato messo già in discussione, hanno evitato un esito da brividi, la eliminazione dalla Coppa Italia in una stagione già priva di Champions: è questo il Napoli che ha spinto Conte a parlar chiaro e in tv.

Il Napoli purtroppo non esce dal Grande Equivoco. Si è incastrato nel dicembre 2023, quando all’ultimo secondo utile per godere della più bassa aliquota sui compensi (Decreto Crescita) fu prorogato il contratto di Osimhen, con la clausola portata a 130 milioni per lo svincolo unilaterale del giocatore e l’in gaggio a 10 netti. De Laurentiis era certo di venderlo a Madrid, Londra o Parigi. Quella costruzione artificiosa era il suo orgoglio di uomo dalle grandi visioni. Sbaglia anche lui. Si è rivelata mostruosa.

Per colpa di Osimhen che ha reso troppo poco per attrarre acquirenti a quella cifra. Si dice pure che qualcuno a Parigi sia venuto meno ad un impegno. Oggi Osimhen è un caso internazionale. Di quel contratto si avvale solo per guadagnare un ingaggio da star e vivere da turista milionario a Napoli, in attesa della cessione. Non sente affatto il dovere di comportarsi da tesserato del Napoli: allenarsi e giocare. Né Conte pensa di inserirlo. Si limita a dire che Osimhen ha un accordo con il presidente. E si tira fuori.

Giusto, ma da uomo di calcio e di società ha mai pensato che tentare il recupero di Osimhen come per Kvara e Di Lorenzo sarebbe un vantaggio tecnico ed economico, piuttosto che acquistare a cifra ancora da definire il 31enne Lukaku? Direte, non sono suoi i soldi. C’è un’altra domanda però: De Laurentiis gliel’ha chiesto? Manna come area tecnica ha provato? Se il Napoli non esce dal Grande Equivoco danneggia anche Lukaku, sicuro di tornare in Italia. Ma come torna se il Napoli non ha trovato l’accordo a futura memoria con il Chelsea che spara 37 milioni?

Conclusione: De Laurentiis reintegra Osimhen nel Napoli o lo vende, anche sottocosto, per trattare Lukaku e gli altri acquisti sollecitati da Conte. A 5 giorni dal campionato è tutto fermo, la squadra è incompleta, centrocampo semivuoto, giocatori esodati dopo il ritiro. Indecisi a tutto De Laurentiis, Conte, Manna giocano con le parole. Importante è lo stile, niente scontri, grande il nuovo Napoli, soffre solo di Bon Ton.

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