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Panchina Nazionale, Gattuso è in pole ma sullo sfondo resta Mancini

Ore sempre più calde per la scelta del successore di Spalletti dopo il no di Ranieri. Tutti i nomi in ballo. Gravina: “Per ora nessuna novità”

Il piano A è fallito per il rifiuto di Claudio Ranieri e quello B per l’indisponibilità di Stefano Pioli. Ma non è detto che vada in porto nemmeno il piano C: sostituire Luciano Spalletti con uno degli eroi del trionfo iridato della Nazionale nel 2006, passati nel frattempo con alti e bassi dal campo alla panchina.

Tre i nomi in corsa

I principali candidati in ordine di preferenza sono Rino Gattuso, Daniele De Rossi e Fabio Cannavaro: i primi due già contattati direttamente dalla Figc, il terzo in speranzosa attesa di chiamata. Tutti e tre hanno il physique du role per riaccendere la fiamma della passione e dell’attaccamento per la maglia azzurra, venuto meno durante l’ultima gestione.

Mancini spera ma deve ricomporre con Gravina

Dal punto di vista tecnico non hanno dato invece finora altrettante garanzie, specie dal punto di vista dei risultati. Per questo Gabriele Gravina e i suoi più diretti collaboratori si sono presi un po’ di tempo per decidere, sapendo che c’è sempre sullo sfondo l’autocandidatura di Roberto Mancini. Il ct degli Europei vinti dell’Italia nel 2021 in Inghilterra – e dimissionario due estati dopo – ha ammesso pubblicamente di essersi pentito della sua diserzione e farebbe adesso carte false per ottenere un altro mandato. Dalla sua parte ci sarebbero i senatori dello spogliatoio: in primis Donnarumma, Di Lorenzo e Barella. Prima di tutto però va ricomposta la rottura del Mancio con il presidente federale: la vera condizione ostativa per far scattare eventualmente il piano D.

La corsa al Mondiale

La gigantesca posta in gioco è il futuro del calcio italiano, che entrerebbe in una crisi irreversibile in caso di mancata qualificazione al terzo Mondiale di fila. Per questo non bisogna sbagliare una mossa e hanno già fatto ulteriori danni le modalità dell’esonero (non ancora ufficiale, paradossalmente) di Spalletti: scossa inevitabile dopo la deprimente resa in Norvegia, ma gestita in maniera istintiva, affrettata e per certi versi pure isterica dai vertici federali, apparsi più preoccupati di mostrare i muscoli agli occhi dell’opinione pubblica che di risolvere realmente il problema enorme della panchina.

La scelta della Figc

La rivoluzione si è infatti materializzata senza rete e il rifiuto di Ranieri (sommato alla indisponibilità di Pioli) ha provocato lo stallo di queste ore. Gattuso è in pole, seguito da De Rossi e Cannavaro. Ma sullo sfondo resta Mancini, con cui c’è stato anche un contatto e che sarebbe più di un usato sicuro. Piano C o D? La scelta non può farsi attendere ancora troppo.

Gravina: “Nessuna novità sul ct”

“Non ci sono novità sul ct, l’unica novità è che stiamo studiando. Abbiamo qualche giorno a disposizione e vogliamo usarli tutti. Al di là dei nomi vogliamo capire se c’è un progetto nuovo”. Così Gabriele Gravina a margine della firma del protocollo tra Federcalcio e Guardia di Finanza. Tornando su Spalletti il presidente federale ha invece detto: “È un sentimento di grande amarezza – le parole del n.1 della Figc – Il nostro mondo vive anche di sentimenti e io devo essere sincero con Luciano ho uno splendido rapporto e si è rafforzato in questi giorni. Ma quando si rompe un vincolo così legato alla quotidianità a me ha amareggiato: è stato vittima e destinatario di attacchi”.

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