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Panchinari di lusso e coerenza di Koeman: perché l’Olanda non è l’intrusa tra le 4 regine d’Europa

Il ct degli Oranje svela l’obiettivo, completare il ciclo malgrado le critiche: “Non vi libererete facilmente di me”. Cinque seri infortuni non gli hanno impedito di formare una squadra competitiva

Dortmund. “Adesso che siamo in semifinale, non credo che vi sarà tanto facile liberarvi di me. Voglio fare uno scherzo all’Inghilterra, comunque statene certi: andrò avanti fino al Mondiale 2026”. Il suo Europeo Ronald Koeman, ct dell’Olanda che arriva alla sfida con gli inglesi da sfavorita ma non troppo, in fondo l’ha già vinto. Quando la squadra è arrivata in Germania, pochi avrebbero scommesso su un cammino così lungo e su un commissario tecnico accusato di conservatorismo, cioè di mettere in campo sempre gli stessi e di essere refrattario al lancio dei giovani: la convocazione di Joshua Zirkzee, ventitreenne talento ammirato in questa stagione del Bologna, è di fatto arrivata in extremis e soltanto per la catena di infortuni che hanno decimato la rosa. Però l’Olanda ha superato a poco a poco tutti gli ostacoli, Koeman ha cominciato a incassare consensi da una parte della critica, che gli ha riconosciuto la capacità di tornare sui suoi passi, e adesso medita lo sgambetto all’Inghilterra di Southgate.

Koeman, un torneo senza rimorsi

Tolta la sconfitta per 3-2 con l’Austria nella terza partita della fase a gironi, il percorso è stato via via sempre più convincente: all’iniziale 2-1 in rimonta sulla Polonia è seguito il significativo 0-0 con la Francia. Negli ottavi di finale il 3-0 alla Romania e nei quarti il 2-1 alla Turchia hanno legittimato il sentimento prevalente: sfruttato un tabellone inaspettatamente favorevole, gli Oranje non avranno rimorsi per non avere sfruttato l’occasione e ora possono giocarsene un’altra più grande. Gli infortuni suddetti – il difensore dell’Arsenal Timber, l’ala sinistra del Psv Lang e soprattutto tre pilastri di centrocampo e trequarti: gli atalantini De Roon e Koopmeiners e il barcellonista De Jong – parevano un ostacolo insormontabile, anche perché i veterani Van Dijk e Depay non si sono certo presentati in Germania nella loro condizione migliore. Invece il campo ha ribaltato il pessimismo.

Una panchina coi fiocchi

Koeman non si è perso d’animo, ha lanciato a centrocampo la coppia formata dall’ex Bologna Schouten e dal milanista Reijnders, ha affidato l’attacco al rapido Gakpo del Liverpool e ha fatto leva su una preziosa caratteristica della sua lista dei 26: ci sono i titolari, come gli interisti De Vrij e Dumfries decisivi con la Turchia, ma non è che le riserve siano un’incognita. Anzi, ogni volta che vengono chiamati in causa. si dimostrano affidabilissimi. L’effetto è evidente: con gente esperta in panchina come Blind e Wijnaldum, richiamato dall’esilio saudita, è più tranquillo e motivato chi entra in corso d’opera: è capitato con la Romania a Malen, autore di una doppietta. Con la Turchia sono entrati Veerman, Van de Ven, Frimpong fresco di titolo tedesco col Bayer Leverkusen, e soprattutto la vera risorsa per l’attacco: Weghorst, trentaduenne centravanti di 1.97.

La carta del gigante Weghorst

In teoria si tratta di una punta di seconda fascia (il suo cartellino è del Burnley appena retrocesso nella Championship inglese, che lo ha prestato a Besiktas, United e nell’ultima stagione all’Hoffenheim). In realtà lui è efficacissimo soprattutto quando entra (famoso il suo ingresso al Mondiale 2022, quando nei quarti di finale mise alle corde l’Argentina con una doppietta, portandola ai supplementari, e fece innervosire Messi). Weghorst con la Turchia ha cambiato la partita, ma lo aveva già fatto col gol decisivo contro la Polonia: è su di lui, visto l’effetto della staffetta con Bergwijn nell’intervallo contro i turchi, che si appunta il principale dubbio di formazione.

La tentazione Zirkzee

C’è poi una tentazione stuzzicante: l’innesto a partita in corso, ma non solo nei minuti finali, di Zirkzee, che ha finalmente debuttato in maglia arancione e che, risolto forse il dilemma di mercato (lo United sembra avere bruciato tutti, incluso il Milan), spera di potere entrare nella storia della nazionale olandese. Perché a Koeman, che finora ha fatto leva sui gol di Gakpo (3), il più costante nel rendimento, quando guarda chi è seduto in panchina viene spesso l’idea giusta.

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