MILANO – Una frenata brusca, improvvisa, netta nella trattativa tra il Milan e Fabio Paratici. Il club rossonero ha cambiato idea dopo ore di riflessione, a pochi giorni dall’incontro avvenuto a Londra tra l’ex Juventus, l’ad Furlani e l’azionista di controllo Cardinale. L’increspatura è nata sui tre mesi di squalifica che ancora Paratici deve scontare, e sull’operatività limitata che avrebbe avuto in questo periodo nel suo ruolo: non avrebbe potuto partecipare a riunioni con tesserati o con agenti sportivi, non avrebbe potuto rappresentare la società in attività rilevanti per l’ordinamento sportivo, né avrebbe potuto accedere agli spogliatoi o locali annessi. Questo, fino al 20 luglio. Limitazioni che il Diavolo conosceva, ma che aveva deciso di superare. Prima del cambio di rotta. Al momento sembrano pochi i margini per ricucire lo strappo.
D’Amico e Tare, casting per il ds del Milan
Una retromarcia improvvisa. Il Milan era al corrente da tempo della situazione legale di Paratici, aveva tutti i documenti con i dettagli della sua squalifica, di cui ha già scontato 27 mesi. Ha comunque portato avanti con lui discorsi lunghi e approfonditi, anche sull’inserimento di una clausola di uscita dal contratto in caso di condanna penale per il dirigente, coinvolto nell’inchiesta Prisma. L’accordo verbale era sancito, serviva risolvere alcuni dettagli. Poi il passo indietro. A questo punto ripartirà il casting per il direttore sportivo. Tornano all’attenzione i profili di Tony D’Amico dell’Atalanta e di Igli Tare, con il primo che sembra raccogliere maggiori consensi all’interno del club rossonero. Ci saranno altri contatti, ci saranno ulteriori colloqui. Tutto torna in discussione.