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Parma-Juventus 1-0: Pellegrino allontana dalla Champions i bianconeri

Gran gol dell’attaccante degli emiliani. La squadra di Tudor confusionaria nella reazione e raramente pericolosa

Parma – In alta quota c’è solamente il Parma, perché Mateo Pellegrino — uno dei tanti figli d’arte in campo — s’innalza a due metri e 11 per inzuccare il cross di Valeri (ma a Kelly, alto 1.90, sarebbe bastato un saltino per evitarlo), castigare la Juve, regalare a Chivu la prima vittoria dopo cinque pareggi (aveva vinto unicamente all’esordio, due mesi fa) e ai suoi mezza salvezza.

«La cronaca della gara»

Juventus all’insegna della confusione

La Juve invece vola basso, è il decimo gol che prende di testa in campionato ma sono anche di più le partite giocate così, senza capo né coda, con la confusione come unico elemento di coerenza: molti s’erano illusi che con Tudor non sarebbe successo più, invece i bianconeri hanno dimostrato di somigliare, magari anche in peggio, alla grigia versione che per mesi hanno dato di sé stessi. Adesso la squadra è a metà strada tra un vecchio che ha rigettato e un nuovo che si pensava avesse attecchito ma invece no: dopo analisi e ragionamenti (la sintesi: «Ci è mancata la voglia di fare gol, dagli attaccanti mi aspettavo di più»), Tudor si è appellato ai fantasmi che qui non hanno mai messo di aleggiare, gli spettri del risultatismo: «Non si vince con gli schemi, con i sistemi, con le combinazioni, ma soprattutto con altre cose. Bisogna crescere dal punto di vista mentale, in cattiveria, nel non concedere nulla se non riesci a segnare. Ci vorrebbe, come posso dirlo, più italianismo».

Gli attaccanti della Juve non graffiano

E dunque la Juve è tornata lì, al solito punto di ogni partenza, come se stesse avverando la profezia che fece Allegri: «Attenzione, il dna di un club non lo si cambia in un attimo». La strada di ritorno all’italianismo è lastricata di buone intenzioni (l’impegno non è mancato) e pessime prestazioni, perché dalla superiorità territoriale sul Parma, esercitata specialmente nella ripresa, la Juve ha ricavato appena due tiri morbidi verso Suzuki (il primo, di Kolo Muani, è arrivato dopo oltre un’ora) e neanche un’azione ben fatta, con un minimo di respiro o di pertinenza tecnica. «Ai punti non avremmo meritato di perdere» ha detto Tudor, ma cosa avrebbe fatto il Parma per non meritare di vincere? Si è difeso con ordine, ha alzato la guardia a centrocampo e ha colpito in contropiede come deve fare una squadra in lotta per la sopravvivenza e che per giunta aveva perso per infortunio due giocatori dopo dieci minuti e il terzo dopo 45’: la Juve non ne è mai venuta a capo, lasciando che il diciottenne Leoni, italianissimo e italianista, giganteggiasse in difesa.

Situazione Champions delicatissima

Il concetto di Tudor sarebbe questo: abbiamo stazionato nella loro metà campo, se non abbiamo segnato è perché gli attaccanti non hanno mostrato la stessa risolutezza di Pellegrino. «Hanno fatto gol con un cross da 40 metri, mentre i nostri cross li hanno sempre presi loro». Vero, ma che Kolo Muani sia ormai con la testa altrove è un dato di fatto, come lo sono gli sconcertanti limiti tecnici di Vlahovic, uscito per un problemino alla coscia destra. Uno non segna da due mesi, l’altro da due e mezzo: non si tratta di un periodo di magra, ma di una carenza strutturale che Tudor sta facendo fatica a mimetizzare.

Ora la situazione è delicatissima: il Bologna è davanti, la Lazio alla pari, Roma e Fiorentina incalzano e la teoria del calendario amico è stata smantellata dal Parma, che Chivu sta portando fuori dai guai: «Mi interessa solo quello, non dimostrare che sono un bravo allenatore: infatti avevo una lista di cose che mi sarebbe piaciuto fare ma l’ho messa da parte, adesso conta solo salvarci». Questo si chiama italianismo.

Parma (3-5-2) Suzuki 6 – Leoni 7.5, Vogliacco sv (10’ pt Hainaut 6), Valenti 7 – Delprato 6.5, Bernabé sv (10’ pt Estevez 6, 1’ st Hernani 6), Keita 7, Sohm 6.5, Valeri 6.5 – Pellegrino 7 (29’ st Man sv), Bonny 6.5 (40’ st Almqvist sv). All. Chivu 7.

Juventus (3-4-3) Di Gregorio 6 – Kalulu 6, Renato Veiga 5.5, Kelly 5 (41’ st Alberto Costa sv) – McKennie 5.5 (12’ st Yildiz 5.5), Locatelli 5.5 (41’ st Douglas Luiz sv), Thuram 5, Cambiaso 5 – Nico Gonzalez 5 (41’ st Weah sv), Vlahovic 5 (1’ st Conceiçao 6), Kolo Muani 5. All. Tudor 5.

Arbitro: Chiffi 5.5.

Rete: 46’ pt Pellegrino

Note: ammoniti Sohm, Hernani, Nico Gonzalez, Locatelli, Yildiz. Spettatori 21.587, incasso 385.604,09.

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