EMPOLI — Pietro Pellegri aveva 15 anni e 280 giorni quando debuttò in A nel Genoa ed eguagliò il record di precocità di Amedeo Amadei. Ne aveva 16 quando segnò una doppietta alla Lazio, altro primato, e il Monaco lo comprò per 31 milioni. E 17 quando Mancini lo convocò in Nazionale. È passato dal Milan e dal Toro, era uscito dai radar, ora è rinato a Empoli sotto la guida di D’Aversa: due gol nelle ultime due partite.
Pellegri, cos’ha fatto in questi anni?”Ho giocato poco per problemi fisici e poi in Francia non mi ero trovato benissimo. Ho subìto due operazioni al Monaco: una per la pubalgia, una all’adduttore sinistro. Porto le cicatrici, ma non mi fanno male quanto l’etichetta di essere sempre infortunato. La verità è che da giovane non lavoravo bene, non sapevo gestirmi, ero in un momento di crescita. Da quasi due anni sto benissimo e si vede”.
Dopo il Monaco, il Milan: rifarebbe quella scelta?”Sinceramente, già allora non ero convintissimo. Volevo tornare in Italia ma preferivo un’altra squadra. Al Milan ho comunque portato avanti il mio percorso di formazione: ero nello spogliatoio con Ibrahimovic e Giroud, ho imparato tanto su come allenarmi in modo professionale. Ho una cartella piena di insegnamenti e di esperienze. Tornassi indietro, però, non rifarei quella scelta”.
Il più giovane esordiente di sempre ora è Camarda. Un consiglio?”Ho visto la sua gara da titolare col Cagliari, è un giocatore di grande prospettiva, ha qualità. Gli direi di divertirsi e ascoltare le persone che gli vogliono bene. Saranno le più sincere con lui”.
Come ci si sente a esordire così giovani?”Fu un premio per la scuola calcio del Genoa, dove ho iniziato a 8 anni. Quando arrivai allo stadio col pullman avevo le farfalle nello stomaco. Poi in campo si dimentica tutto. Le 48 ore successive ero euforico ma le persone giuste accanto a me mi tenevano con i piedi per terra. Mio padre, mia madre”.
I compagni la aiutarono?”Perin e Palladino. Ero nuovo in quel mondo: Raffaele mi diceva come comportarmi, mi dava dei consigli anche in campo. È stato fondamentale per me”.
Come si trova a Empoli?”In fiducia. Con D’Aversa ho un grande rapporto. Può sembrare un orso, un burbero, ma conoscendolo ha un cuore grande”.
Si aspettava questa partenza?”Nessuno se l’aspettava. La strada è lunga ma i risultati che stanno arrivando sono di tutti. Il nostro è uno spogliatoio competitivo, sano”.
Ma perché esulta come Gyökeres dello Sporting?”Mi fa impazzire come gioca, ma la storia è un’altra: Gyasi in settimana mi aveva mandato una sua foto mentre imitava Gyökeres. Mi ha fatto sorridere e ci siamo detti: il primo che segna, esulta così”.
Qual è la sua punta ideale?”Retegui, Kean. Due che stanno facendo benissimo. Tengono palla, fanno il lavoro sporco, lottano, danno profondità e poi sono cinici sotto porta”.