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Perché Spalletti e i giocatori dell’Italia non andavano d’accordo

Il martellamento tattico, i cambi di modulo, le conferme e le esclusioni: tutte gli attriti tra il ct e la squadra fino all’eliminazione da Euro 2024

ISERLOHN – La domanda è una: perché la resa dei conti tra Spalletti e la squadra ha dovuto attendere l’eliminazione dall’Europeo? Non sarebbe stato meglio affrontarsi prima? Dopo la disfatta con la Spagna, magari. O quando la classe ha capito che gli insegnamenti del maestro erano troppo articolati per mandarli a memoria in così poco tempo.

Un confronto serrato tra tecnico e calciatori

Un confronto serrato. Qualcuno dice duro, perché le posizioni erano distanti. La squadra a chiedere più certezze, un copione più semplice da mettere in pratica. L’allenatore a pretendere maggiore applicazione. Perché quello che si è visto in campo non si può spiegare solo con la difficoltà di attuare le richieste. È mancato tutto, a partire dall’impegno. Probabilmente anche in allenamento.

Per Spalletti una squadra senza leader

Uno dei problemi maggiori è che Spalletti si è trovato per le mani una squadra senza leader. Senza Bonucci e Chiellini, per intenderci. Questo ha dato forza ad alcuni gruppetti interni allo spogliatoio con cui la chimica non è scattata. Qualcuno ha accusato l’allenatore anche per la preparazione, poco incentrata sull’intensità, a detta di alcuni giocatori. Addirittura c’è chi aveva messo nel mirino la convocazione di Fagioli, ritenendolo un delatore per aver tirato in ballo Tonali nella questione scommesse (in realtà è vero il contrario).

Il gol del 2-0 della Svizzera accolto quasi come una liberazione

Riguardate il gol del 2-0 della Svizzera: sembra quasi che la squadra non aspetti altro per poter firmare la propria resa e liberarsi dalla missione impossibile di soddisfare le richieste del suo allenatore. E che non suoni assolutorio nei confronti dei calciatori: non è impossibile che ci sia stata una sorta di pigrizia mentale, se non fisica, dietro le resistenze al “calcio perimetrale” che voleva imporre Luciano Spalletti. Forse scetticismo.

La conferma di Di Lorenzo, la chiamata a sorpresa di Fagioli

Certo non si sono capiti. Prima della partita con la Croazia, il gruppo era convinto di proseguire nel solco delle prime due partite. A due ore dal fischio d’inizio è cambiato tutto, o almeno questo ha percepito la squadra. Difesa a tre, due attaccanti, fuori un paio di giocatori che pensavano di esserci, ripescati due che si sentivano esclusi. Poi, la conferma di Di Lorenzo: il peggiore eletto a irrinunciabile. E chi poteva giocare al suo posto finiva colpevolmente per sentirsi in vacanza.

La commissione di tecnici per aiutare Spalletti

La Figc ha annunciato la nascita di una commissione di tecnici — Marotta dell’Inter, Giuntoli della Juve, Marino dell’Atalanta, Sartori del Bologna — che dovrà sostenere l’impiego dei giovani italiani nei club di Serie A. Ma servirà anche per fare da direzione sportiva del Club Italia e sgravare il ct da questioni organizzative. Non è un commissariamento: uno come Spalletti non potrebbe accettarlo. Ma in un Paese di 60 milioni di ct e altrettanti dietrologi volete che, se dovesse giocare il giovane o riposare il campione di uno dei club rappresentati in commissione, non ci sarebbe qualcuno pronto a pensar male?

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