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Piacere Juve, mi chiamo David: “Il mio lavoro è fare gol”

L’attaccante canadese esordisce con una sorta di manifesto programmatico. L’obiettivo è realizzare 25 reti come fatto nel Lille: “Si può fare, devo lavorare sodo ma penso di riuscirci”

Torino – “Il mio lavoro è fare gol”. Il manifesto programmatico di Jonathan David è anche il riassunto della sua carriera. Il nuovo attaccante della Juventus, il primo canadese della storia bianconera, è arrivato a Torino per continuare a segnare. Per descriversi usa il termine goleador per fugare ogni dubbio tattico, anche se come consuetudine arriva la disponibilità a seguire le direttive di Tudor: “Giocherò dove vuole il mister, naturalmente”.

Obiettivo 25 gol stagionali

Più delle sue parole, sono i fatti e il suo soprannome, “Ice Man”, a raccontare la sua freddezza sotto porta, messa in mostra in Ligue 1 con la maglia del Lille. Nelle ultime tre stagioni non è mai sceso sotto i 25 gol complessivi, un obiettivo che, se venisse raggiunto anche in bianconero, trasformerebbe il suo acquisto in un grande colpo di mercato: “So che la Serie A è molto diversa tatticamente e per l’approccio delle difese – spiega David nel giorno della sua presentazione ufficiale -, ma è una sfida per tutti. Penso si possa fare, perché no, devo lavorare sodo ma penso di riuscirci”. Nato a New York, canadese di passaporto ma haitiano di sangue, è cresciuto ispirandosi al padre, anche lui calciatore, e proprio in onore del papà indosserà la maglia numero 30, il giorno del compleanno. Si ispira a Drogba ed Eto’o, ma non dimentica i grandi campioni del passato bianconero, da Del Piero a Trezeguet, fino a Dybala, Higuain e Cristiano Ronaldo.

La corsa scudetto e il rapporto con Tudor

Non si pone limiti David, anche se fare proclami adesso, con il mercato ancora in divenire e le avversarie ancora da decifrare, è quantomeno prematuro. Eppure quando si parla di tornare a vincere, l’ambizione prende il sopravvento: “Secondo me ogni anno ogni stagione può essere quella buona. Il campionato è molto difficile ma bisogna avere l’ambizione di arrivare fino in fondo”. Ha realizzato un sogno il centravanti canadese, la Juventus era da subito uno dei suoi obiettivi, anche quando un suo gol, lo scorso novembre, costrinse la squadra allora di Thiago Motta a dividere la posta in palio con il Lille. In quel momento qualcosa è scattato nella testa di David, che dopo essersi confrontato con gli statunitensi McKennie e Weah, e dopo una lunga trattativa, ha scelto di sposare il progetto della Juventus dopo la scadenza del contratto con i francesi.

La concorrenza in attacco

Oggi è l’unico riferimento in attacco, visto che Vlahovic vive da separato in casa e Kolo Muani è ancora un desiderio ma non una realtà concreta. Concorrenza che non lo spaventa: “Non c’è mai la garanzia di essere titolari, bisogna giocare, fare il proprio lavoro. Non mi aspetto di essere titolare ogni volta, ma farò del mio meglio”. Non lo spaventa neanche la pressione psicologica che si percepisce indossando la maglia bianconera, fattore che ha schiacciato in passato campioni arrivati a Torino con un curriculum strabiliante. Non si è Ice Man per caso: “Ovviamente sono pronto, sono venuto qui per questo, so quali sono le richieste del club e sono pronto a rispettarle”.

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