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Pio Esposito: “L’assenza negli ultimi 2 mondiali è uno stimolo in più per noi giovani”

In vista della gara con l’Estonia è il giorni dei giovani. Oltre all’interista, Leoni (“Non mi aspettavo la chiamata, ripagherò Gattuso”) e Fabbian: “Servono umiltà e voglia di imparare”

Firenze – Pio Esposito, ventenne attaccante dell’Inter, è il nuovo talento nel quale confida il calcio italiano. Gattuso lo ha convocato, col diciottenne Leoni e il ventiduenne Fabbian, perché ha visto in loro “tecnica e sfrontatezza”. Ora è il momento di dimostrarlo. Esposito ha appena debuttato in serie A, dopo avere giocato il Mondiale per club negli Usa. La chiamata di Gattuso completa la quasi istantanea ascesa: “Sta succedendo tutto molto velocemente. L’esordio con l’Inter in A è il finale di un percorso iniziato con le giovanili. Serve molto equilibrio per non perdersi: nel calcio è un attimo tornare indietro”.

Pio Esposito e la concorrenza nell’Inter

Per lui la concorrenza nel club è formidabile, Lautaro e Thuram non concedono spazio: “Sgomitare con loro? No, io la vedo come un’opportunità per rubare qualcosa a loro, per imparare: a Lautaro la fame e la cattiveria ogni giorno in allenamento, a Marcus la semplicità nelle cose e la velocità”. Il ridotto impiego dei giovani in serie A resta un problema evidente: “È oggettivo che all’estero giochino più giovani, perché bisogna avere l’opportunità di sbagliare”. Esposito accetta il paragone con Ravanelli e Mandzukic (“per lo spirito combattivo e la capacità di usare il fisico”) e torna ai ricordi di bambino sull’Italia che ha mancato la qualificazione agli ultimi due Mondiali: “L’assenza dell’Italia da tanto tempo sarà uno stimolo in più per noi. Il mio ricordo bello della Nazionale, invece, è il secondo gol di Balotelli con la Germania nella semifinale dell’Europeo 2012, con l’esultanza storica”.

“Mai pensato di lasciare l’Inter”

Pio è il terzogenito di tre fratelli calciatori di alto livello, fatto raro: “Con Sebastiano e Salvatore, che è già stato qui e mi dice di godermi l’esperienza senza farmi paranoie, cerco di parlare poco di calcio. L’Europeo Under 21 perso e il Mondiale per club giocato? L’Europeo l’ho perso sul più bello per infortunio, mi è dispiaciuto molto”. Infine, Nazionale e mercato: “Finché non si prova sul campo, non si può sapere se si è pronti, ma ci proveremo subito. Durante l’estate il mio nome è stato molto chiacchierato sul mercato, ma non ho mai pensato di lasciare l’Inter, questo non è mai stato in discussione”.

Fabbian e l’incontro con Rocchi

Giovanni Fabbian, ventiduenne centrocampista del Bologna, si gode a sua volta la chiamata in Nazionale: “L’approccio giusto è avere umiltà e voglia di imparare. Noi metteremo a disposizione la nostra gioventù”. Fabbian ha raccontato dell’incontro della Nazionale col designatore Rocchi: “Ci ha dato spiegazioni sulle nuove regole, è stato un chiarimento importante”.

Leoni: “Dovrò ripagare Gattuso per la chiamata”

Giovanni Leoni ha raccontato a Vivo Azzurro la sua straordinaria estate della maturità, col passaggio dal Parma al Liverpool, campione d’Inghilterra in carica e con questa prima convocazione in Nazionale: “Col ct avevo chiacchierato, ma non mi aspettavo la chiamata qui. Dovrò ripagarlo sul campo”. Il suo idolo da bambino era Virgil van Dijk, ora suo compagno di squadra: “Persona eccezionale e giocatore fenomenale. Qui in Nazionale ho parlato con Bonucci, mi ha dato qualche consiglio visto che è stato un grande difensore. Mi sono sempre piaciute la sua leadership e la sua capacità di giocare palla al piede”.

A Retegui il ‘’premio Paolo Rossi”

Mateo Retegui, capocannoniere lo scorso campionato di serie A con l’Atalanta (25 reti), ha ricevuto oggi a Coverciano il “premio Paolo Rossi”. Il prestigioso riconoscimento dell’Associazione Italiana Calciatori è stato consegnato dal presidente Umberto Calcagno e dal direttore generale Gianni Grazioli.

Un libro sulle Under azzurre

“Quei favolosi anni in cui diventammo Azzurri” è il libro, scritto da Paolo Corbi per Giunti editore, che ripercorre la storia delle nazionali giovanili, iniziata nel 1948: 80 anni di attività ripercorsi attraverso la testimonianza di 55 protagonisti, da Umberto Motto oggi novantacinquenne a tre ct come Prandelli, Mancini e Gattuso, fino ai Palloni d’oro Baggio e Cannavaro, a 13 campioni del mondo, a 7 campioni d’Europa e a due allenatori molto vincenti come Ancelotti e Capello. Aneddoti e vicende inedite rappresentano il fulcro del racconto: “L’approdo alle Under è stato per tanti ragazzi diventati campioni il momento in cui hanno capito che i loro sacrifici avevano avuto un senso”, sintetizza Corbi.

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