La fine di un incubo. Sono passati 569 giorni dalla partita tra Udinese e Juventus, al termine della quale Paul Pogba è risultato positivo al deidroepiandrosterone (Deha), un ormone steroideo vietato in Italia: la positività venne ufficializzata soltanto a settembre 2023. Oggi 11 marzo termina la squalifica per la positività, inizialmente fissata in quattro anni ma ridotta dal Tas a 18 mesi: Pogba entra ufficialmente nella lista degli svincolati, o dei “free agent” utilizzando un termine in voga nello sport statunitense, perché a stelle e strisce potrebbe essere il suo futuro calcistico. Ricominciare a 32 anni (li festeggerà il 15 marzo) è la nuova sfida del controverso campione francese.
Il futuro di Pogba, tutto ruota intorno agli Usa
Francese, campione prima in Italia poi in Inghilterra: la storia di Pogba, però, non può non prendere in considerazione gli Stati Uniti, il vero centro di gravità delle ultime disavventure. Miami è stato il suo quartier generale a lungo, il posto in cui si è trincerato quando ha dovuto recuperare dagli infortuni, dove ha conosciuto la moglie Zulay, modella boliviana, dove ha incontrato Gary Brecka, il guru del benessere americano che gli consigliò l’assunzione di un integratore vietato in Europa e nel mondo dello sport.
Nel 2024 la rescissione con la Juve
Proprio nella città della Florida potrebbe continuare la sua carriera, evidentemente menomata dal lungo stop e dai tanti infortuni: l’Inter Miami del suo amico David Beckham potrebbe essere il punto da cui ripartire, da cui ricostruire la sua vita calcistica seppur a qualche giorno dai 32 anni. Pogba si è sempre dichiarato innocente, o quantomeno inconsapevole di quanto potesse rovinargli la carriera l’assunzione di quell’integratore: dopo la rescissione con la Juventus nel novembre 2024, dopo esser stato per lungo tempo al minimo sindacale a poco più di 40.000 di euro all’anno, è stato però considerato in buona fede dal Tas, al punto che il tribunale sportivo europeo gli ha ridotto la squalifica. Oggi è un calciatore riabilitato: gli errori fanno parte della vita, una seconda opportunità non si deve negare a nessuno.
Perché è sfumata l’ipotesi Marsiglia
In questi mesi, il Polpo non si è mai fermato, pur non potendosi allenare in strutture ufficiali e con tecnici e allenatore abilitati. Si è allenato per farsi trovare pronto, per poter tornare in campo quanto prima: il Marsiglia a un certo punto sembrava la destinazione ideale, ma i tempi tecnici e l’impossibilità di tesserare calciatori svincolati lo ha costretto a rinviare alla prossima stagione ogni velleità di calcio europeo. Ecco perché all’orizzonte si stagliano le opzioni MLS e Saudi Pro League: la prima gli permetterebbe di giocare in un campionato di buon livello, visto che a Miami ritroverebbe campioni come Messi, Jordi Alba, Suarez, Busquets. Un calcio dai ritmi più compassati rispetto a quello europeo ma con un ritorno mediatico forte.
Per Pogba c’è anche l’ipotesi Arabia
La scelta saudita, invece, gli garantirebbe il ritorno economico richiesto, lo porterebbe in un paese islamico, condizione da non sottovalutare per un musulmano praticante come lui, gli consentirebbe di ripartire gradualmente con un posto in squadra assicurato. Oltre a ritrovare vecchi amici come Benzema e Kanté, entrambi campioni del Mondo con lui in Russia con la maglia francese. Indipendentemente dal suo futuro, Pogba è tornato: chissà se ci sarà ancora tempo e spazio per riscrivere un altro capitolo del suo romanzo calcistico, iniziato con grandissime aspettative prima che gli infortuni, gli errori, le vicende giudiziarie con il tentativo di ricatto del fratello Mathias non rovinassero uno dei calciatori potenzialmente più forti della storia del calcio mondiale.