MILANO – La prima partita ufficiale di Cesare Prandelli da ct dell’Italia, dopo un’interlocutoria amichevole agostana a Londra con la Costa d’Avorio, risale al 3 settembre 2010 contro l’Estonia a Tallinn, per le qualificazioni all’Europeo. Adesso pare quasi che il destino si diverta, 15 anni dopo, ad associare alla stessa avversaria il possibile ritorno di Prandelli nei quadri della Figc, con una mansione diversa, quella di coordinatore tecnico tra settore giovanile, settore tecnico e club Italia. .
Prandelli, l’idea della Figc: di nuovo in azzurro come dt
Contro l’Estonia a Bergamo, il 5 settembre prossimo, la Nazionale comincerà infatti ad affrontare la ripida salita delle qualificazione al Mondiale, compromesse dalla falsa partenza in casa della Norvegia, che sopravanza gli azzurri anche nella differenza reti e li costringe a un inseguimento complicato per tentare di evitare i play-off di marzo. Nelle intenzioni del presidente della Figc Gravina che non ha ancora ratificato il potenziale accordo con Rino Gattuso favorito per il ruolo di ct, Prandelli sarebbe una figura utile alla struttura della Federcalcio e del Club Italia. Si occuperebbe però di coordinare i vivai italiani, lavorando sui giovani. Per ora solo sondaggi esplorativi: l’ex ct però non ha detto di no, anzi, si è mostrato interessato all’idea di tornare in azzurro.
Prandelli e l’ipotesi di un nuovo ruolo in Nazionale
Non si tratta di una supervisione sul commissario tecnico, che manterrebbe assoluta indipendenza nelle scelte tecniche e tattiche, ma del coordinamento del Club Italia in prospettiva ampia: una sorta di Sacchi bis, un incarico simile al coordinamento delle squadre azzurre svolto da un altro grande ex ct per 4 anni, dal 2010 al 2014. Il ritorno di Prandelli era stato vicino dopo l’Europeo, quando il piano ipotizzato già prevedeva per lui la gestione e il coordinamento del settore tecnico, di quello giovanile e scolastico e dei centri federali, con l’aggiunta della formazione degli allenatori. Poi l’accordo fu congelato, ma il rapporto con la Figc è rimasto eccellente.
Gli azzurri per salvare i Mondiali
D’altronde è sempre stato così, dopo l’addio alla Nazionale nel 2014, all’indomani dell’eliminazione nella prima fase del Mondiale brasiliano con la squadra portata al secondo posto dell’Europeo 2012 e al terzo della Confederations Cup 2013. Nella sua Italia, che sfiorò il successo scivolando proprio sul più bello, Prandelli aveva come portiere era Buffon, oggi capodelegazione del Club Italia e artefice della trattativa con Gattuso. Un trio di azzurri per salvare il Mondiale.