I tifosi interisti avevano passato la giornata ad arrovellarsi su chi fosse meglio incontrare a Monaco: la risposta giusta era Psg, che nelle due semifinali è stato superiore dell’Arsenal senza esserne più forte. Soprattutto, è la squadra giusta da dare in pasto a Simone Inzaghi, una preda più adatta agli appetiti interisti di quanto lo sarebbero stati i Gunners, benché di questi tempi siano in calo, anche perché gli infortuni gli hanno falcidiato difesa (Gabriel e Tomiyasu) e attacco (Havertz e Gabriel Jesus), costringendo Arteta a inventarsi un mediano come centravanti (Merino) e uno ex spezzino non dei più affidabili come stopper (Kiwior).
«la cronaca della partita»
Perché l’Inter può vincere la Champions
A Inzaghi non dispiacerà trovare il Psg perché Luis Enrique condivide due limiti con il Barcellona: la formazione è piena di ragazzetti molto in gamba (l’età media dei parigini era la più bassa tra chi è arrivato agli ottavi) ma anche molto inesperti – e l’Inter su questo piano sa far pesare le differenze – e muscolarmente è poco dotata, patendo l’esilità soprattutto sui calci piazzati. I colossi nerazzurri sapranno di avere un grande vantaggio in questo fondamentale che invece con l’Arsenal, formidabile sulle palle ferme, non avrebbero potuto sfruttare.
Donnarumma strepitoso
Il Psg ha grandi picchi di qualità, ma anche elementi di vulnerabilità. Dembélé, che ha giocato soltanto gli ultimi 20’ per via del problema muscolare accusato all’andata, sta vivendo una stagione da Pallone d’oro (28 gol), quello che si pensava avrebbe potuto vincere già molti anni fa quando il Barcellona lo prese per 150 milioni dal Dortmund per rimpiazzare Neymar. Donnarumma ha fatto due parate straordinarie (specie su Odegaard all’8’), confermandosi il miglior portiere dell’anno. João Neves è una specie di Barella ragazzino. E Kvaratskhelia, questo Kvara, è quello di due anni fa quando dribbla e va, ma in più si smazza un lavoro monumentale in copertura: è un giocatore che fa per due.
Tanta serie A nel Psg
Il Psg ha sofferto nei primi 10’ il forcing prepotente dell’Arsenal, ma quando ha cominciato a dispiegare il contropiede, ciò che sa fare meglio (l’Inter non glieli concederà), la partita ha preso la piega che voleva. Dopo un palo di Kvara, le reti di Ruiz nel primo tempo e Hakimi nella ripresa, due magnifiche conclusioni dal limite con un rigore sbagliato da Vitinha nel mezzo, hanno eccitato il Parco dei Principi, poi messo in ansia dal 2-1 di Saka a un quarto d’ora dalla fine: il Psg lo ha incassato in contropiede a sua volta come soltanto una squadra inesperta avrebbe fatto, lasciandosi sedurre dal piacere di far correre la palla rasoterra a velocità elevatissima, sfruttando un tasso tecnico medio molto alto. Loro sanno molto di noi, perché mezza squadra ha giocato da noi (Donnarumma, Hakimi, Marquinhos, Fabian Ruiz, Kvara) e Luis Enrique vi ha allenato: la serie A non era e non è così malridotta.