Non si placano le proteste e i disordini popolari ormai noti in Iran. La nazionale di calcio iraniana è stata sorteggiata per i Mondiali in Qatar nel girone B con Inghilterra, Stati Uniti e Galles, ma ormai da un mese a questa parte molte azioni popolari interne allo stato stanno chiedendo a gran voce l'esclusione della nazionale di calcio dalla rassegna iridata.
Già l'organizzazione Open Stadiums, un’associazione che si occupa della tutela dei diritti umani, aveva alzato la voce un mese fa. Ora invece anche calciatori, altri sportivi e attivisti si stanno organizzando e hanno inviato una lettera formale alla FIFA.
Come riporta il Daily Mail, tra i firmatari di questa lettera ci sarebbero anche l’arbitro Mohammad Reza Faghani, il campione di judo Vahid Sarlak e il giocatore di futsal Shiva Amini.
La motivazione in questo caso non è legata a problemi con l'emiro, dunque con la legge iraniana in se, ma con la violazione dei diritti umani che si sta verificando in questo periodo, con la brutalità del regime nei confronti dei manifestanti, la limitazione delle libertà inviolabili per le donne che, per esempio, nonostante non ci sia una legge ufficiale, non possono entrare negli stati di calcio.
Eurosport oggi riporta il contenuto della lettera, che qui riproponiamo:
"La brutalità dell’Iran nei confronti del suo stesso popolo ha raggiunto un punto critico, e questo impone una dissociazione inequivocabile e ferma dal mondo del calcio e dello sport. Alle donne viene costantemente proibito l’accesso agli stadi, una pratica sistematica per escluderle completamente dalla piramide calcistica. È evidente che la Federcalcio iraniana stia semplicemente seguendo e applicando le linee guida del governo, e quindi non può essere vista come un’organizzazione indipendente e libera da qualsiasi forma o tipo di influenza. Questa è una violazione (articolo 19) dello statuto FIFA. La neutralità della FIFA non è un’opzione. Il Consiglio FIFA può e deve immediatamente sospendere l’Iran".
Difficile stabilire quanto peso questa iniziativa possa avere con un preavviso cosi limitato (il Mondiale inizierà tra un mese), ma sicuramente è una situazione da seguire con attenzione anche a causa della presa di posizione ferma di alcune stelle del calcio iraniano come il simbolo Sardar Azmoun.
Ricordiamo che le proteste nello stato islamico sono iniziate in seguito alla morte in carcere di Mahsa Amini, arrestata dalla polizia religiosa del paese per aver indossato il velo nel modo sbagliato.