La buona notizia del sorteggio mondiale è aver evitato la tentazione di fare calcoli in Nations League, perché la rivale che ci toccherebbe se a marzo dovessimo perdere dalla Germania desta molta più apprensione del girone in cui finiremmo da vincitori. Si giocherà per vincere non soltanto perché così si fa, quindi, ma anche perché ci conviene dribblare la Norvegia. Parlando in un caso di rivale e nell’altro di girone, infatti, non ci siamo espressi a caso. Se l’Italia batterà la Germania approdando alla final four di Nations, e accaparrandosi il girone di qualificazione mondiale a quattro, non dovremo prestare attenzione soltanto alla Slovacchia — seconda testa di serie del gruppo — ma anche all’Irlanda del Nord, che nell’ultimo turno delle qualificazioni al Mondiale 2022 impose a Belfast lo 0-0 all’Italia di Mancini, e fu proprio quel pareggio a spedirci al nefasto play-off con la Macedonia del Nord. In caso di collocamento nel gruppo A, gli azzurri esordirebbero il 4 settembre in Slovacchia. Se nel gruppo I, prima gara il 6 giugno in Norvegia.
Possibile incrocio con la Slovacchia di Calzona
Detto che il quarto iscritto al gruppo sarebbe l’inoffensivo Lussemburgo, è chiaro che la Slovacchia di Calzona — protagonista di un dimenticabile scorcio napoletano la scorsa primavera — darebbe del filo da torcere alla Nazionale di Spalletti, anche perché i due ct si conoscono per aver lavorato assieme, e in questi casi è sempre il migliore a rimetterci di più. La Slovacchia gira attorno a Lobotka, ritroverà certamente Skriniar e lo metterà al fianco del cresciutissimo Hancko, che nel Feyenoord ha concretizzato le doti intraviste all’epoca della Fiorentina. Sono giocatori di valore, e all’Europeo avevano praticamente buttato fuori l’Inghilterra negli ottavi grazie al gol di Schranz che Bellingham riuscì a pareggiare soltanto in fondo al recupero (95’ per la precisione), e con un’avventurosa rovesciata. Però tendiamo a considerare quella prestazione un exploit, dovuto anche ai languori inglesi, e a posizionare la Slovacchia lì dove indica il ranking Fifa, 41° posto.
Norvegia aggrappata a Haaland e Odegaard
La Norvegia è addirittura più indietro, 43ª, e non si qualifica a un grande torneo da Euro 2000. Il Mondiale più recente risale al ’98, e fu proprio l’Italia a eliminarla negli ottavi con l’1-0 di Marsiglia siglato da Bobo Vieri. Per i tempi veloci del calcio stiamo parlando di ere geologiche, ed è chiaro che l’inquietudine indotta dal vederla potenzialmente sulla nostra strada sconta le prospettive, non certo le tradizioni. Può Erling Braut Haaland non giocare mai un Mondiale? Beh, sì: succede quando sei l’one-man-show di una nazionale depressa. Il gallese Ryan Giggs non vi ha mai partecipato, come il connazionale Ian Rush o il finlandese Jari Litmanen, eppure all’epoca erano tutti fra le superstar della loro generazione. Il problema è che Haaland non è solo: Martin Odegaard è la chiave di volta dell’Arsenal, Julian Ryerson gioca terzino nel Borussia Dortmund (titolare nell’ultima finale di Champions), Alexander Sorloth è stato pagato 35 milioni dall’Atletico Madrid la scorsa estate — e pur sovrapponendosi ad Haaland, in nazionale gli gioca accanto — Antonio Nusa sta trovando spazio nel Lipsia. È strano che una rosa così qualitativa non abbia ancora prodotto un risultato decente, sarebbe bene non darle noi l’occasione. Il resto del girone (Israele, Estonia, Moldova) non è impegnativo, ma la Norvegia un po’ sì. Da Acerbi a Istanbul a Di Gregorio l’altra sera, il calcio italiano fin qui ha “parato” Haaland: non sentiamo il bisogno di un’altra verifica.