“Quando sono arrivato, ero pieno di ambizione, sogni e voglia di lasciare il segno. So di non essere stato all’altezza delle aspettative”. Così inizia il messaggio di addio pubblicato da Fábio Silva per salutare i tifosi del Wolverhampton. Ed è lo stesso, parola per parola, che il nigeriano Christantus Uche ha usato pochi giorni dopo per congedarsi dal Getafe. Cuori, parole, sentimenti e ambizioni, uguali tra loro in tutto e per tutto. L’unica differenza: il nome della squadra. I due calciatori infatti, negli ultimi giorni di mercato hanno cambiato squadra: Fabio Silva è passato al Borussia Dortmund – che ha battuto la concorrenza della Roma – il nigeriano si è trasferito al Crystal Palace.
Le stesse parole
L’accostamento non è sfuggito ai tifosi che sui social hanno subito notato la sovrapposizione dei due testi. Basta confrontare alcune frasi per rendersene conto. Fabio Silva scrive: “Dal primo giorno, le persone dentro questo club hanno fatto in modo che non mi mancasse mai il sostegno. Hanno creato le condizioni per riuscire, per sentirmi al sicuro, a casa, e per questo sarò sempre grato”. Identico il testo di Uche, con la sola sostituzione di “Wolves” con “Getafe”. Uguale anche il finale: “Adesso è il momento di un nuovo capitolo, ma non dimenticherò dove sono stato. Sarò sempre un altro tifoso di questo club”.
“Hanno usato l’IA”
La ripetizione ha alimentato il forte sospetto che non si tratti di pensieri spontanei, ma di un testo preconfezionato e riciclato. Qualcuno ipotizza la mano di un social media manager che gestisce più profili, altri vanno oltre e parlano di un messaggio creato con l’intelligenza artificiale, pronto a essere adattato per più calciatori. Il caso ha acceso un dibattito che va oltre le due vicende individuali. Nel calcio moderno i messaggi social di addio sono diventati un rituale obbligato, un modo per chiudere il rapporto con club e tifosi. Ma se dietro quelle parole non c’è nulla di personale, il rischio è l’effetto opposto: invece di avvicinare, allontanano fan e tifosi.