BERGAMO – Nella partita in cui era chiamata a confermarsi sul campo all’altezza del suo attuale status, scritto dal ranking Uefa in cui figura come terzo club italiano dopo Roma e Inter (al ventesimo posto, due posizioni dietro il Barcellona, a una dall’Arsenal suo avversario di stasera e davanti a Napoli, Juventus e Milan), l’Atalanta reduce dal titolo in Europa League ha assolto il compito: l’ha attraversata col piglio di chi non si sente più un gregario in mezzo al gruppo.
«La cronaca della partita»
L’occasione di Retegui, il miracolo di Raya
Il terzo 0-0 di un’italiana, che è curiosamente lo stesso risultato di Inter e Bologna al debutto della nuova Super Champions, è arrivato in coda a una serata in cui la squadra di Gasperini, dopo l’avvio tossicchiante col salvataggio di Carnesecchi sulla punizione affilata di Saka, ha controllato il gioco in prevalenza e si è certamente avvicinata di più alla vittoria: soltanto una doppia parata di Raya, la prima sul rigore di Retegui e la seconda eccezionale sulla ribattuta di testa del centravanti, ha permesso all’Arsenal di Arteta discepolo di Guardiola tornarsene a Londra senza una sconfitta che non sarebbe stata uno scandalo.
L’attenzione all’aspetto difensivo
Lo svolgimento tattico del duello ha certificato l’attenzione prevalente per l’aspetto difensivo, che potrebbe anche essere non casuale: l’incognita dell’inedito campionato a girone unico, che qualifica alla successiva fase a eliminazione diretta, rende per ora legittimo accontentarsi del pareggio, data appunto la scarsa conoscenza del torneo con 36 iscritte, mai giocato prima. È però inesatto dire che l’Atalanta si sia accontentata di disarmare un attacco zeppo di stelle (Saka, Martinelli, Gabriel Jesus, Havertz, più la riserva di lusso Sterling).
Lookman non in vena
Superata l’afasia iniziale, ha infatti preso confidenza col palleggio e si è affidata alle incursioni di Ederson e alle puntate di De Ketelaere, col sostegno del pivot Retegui, per provare a pungere. E non è azzardato pensare che ci sarebbe riuscita, se Lookman fosse stato in vena come nella storica finale di Europa League, da lui firmata con tre gol. Nell’ultimo spicchio di partita Arteta, che nella ripresa ha inserito prima Jorginho e poi Calafiori, ha cercato la vittoria in extremis: lo ha tradito Martinelli, con mira poco brasiliana.
I cambi di Gasperini
Ma nel frattempo Gasoperini aveva a sua volta messo in campo Cuadrado (notevole una conversione con tiro appena alto), Zaniolo, Pasalic, Samardzic e Bellanova: non esattamente una panchina da piccolo club, quale in effetti non può più essere considerata l’Atalanta, che ha vinto in fondo un titolo europeo meno dell’Arsenal. Lo scenario dello stadio, finalmente ultimato e ovviamente riempito dai previsti 22mila tifosi (inclusi gli inglesi cantanti, secondo prassi), giustifica l’etichetta più nobile da attribuire alla serata: è stata la vera prima partita casalinga in Champions, per chi l’aveva vissuta in esilio a San Siro ai tempi del Covid e poi in un teatro ridotto. La Super Champions all’italiana proseguirà, e non è vietato sognare.
Atalanta-Arsenal 0-0Atalanta (3-4-3): Carnesecchi; Djimsiti, Hien, Kolasinac; Zappacosta (25′ st Bellanova), De Roon, Ederson, Ruggeri (44′ st Pasalic); De Ketelaere (15′ st Cuadrado), Retegui (25′ st Zaniolo), Lookman (44′ st Samardzic) (28 Rui Patricio, 31 Rossi, 3 Kossounou, 49 Del Lungo, 27 Palestra, 44 Brescianini, 48 Vlahovic). All.: Gasperini.Arsenal (4-1-4-1): Raya; White, Saliba, Gabriel Magalhaes, Timber (28′ st Calafiori); Partey (13′ st Jorginho); Saka (28′ st Sterling), Havertz, Rice, Martinelli; Gabriel Jesus (13′ st Trossard). (32 Neto, 92 Porter, 15 Kiwior, 44 Gower, 49 Lewis-Skelly, 56 Oulad-M’Hand, 53 Nwaneri, 37 Bulter-Oyedeji). All.: Arteta.Arbitro: Turpin (Francia).Angoli: 4 a 2 per l’Atalanta.Recupero: 1′ e 4′.Ammonito: Ederson per gioco falloso.Spettatori: 22.858, di cui 16.381 abbonati e 1.300 ospiti circa, per un incasso 1.006.785,52 euro.