Reggio Emilia – La faccenda è spinosa e ha quindi il suo peso anche l’esigenza di chiuderla più presto possibile, per spegnere l’incendio che sta divampando intorno alla Nazionale e di riflesso alla Figc. L’epocale figuraccia di presentarsi con un ct già esonerato in panchina è una pagina nera per il calcio italiano e la partita contro la Moldova verrà di conseguenza ricordata soprattutto per la gogna a cui sta per sottoporsi Luciano Spalletti, nella speranza che i 90′ di stasera al Mapei Stadium di Reggio Emilia non riservino ulteriori brutte sorprese pure sul campo.
Gravina aumenta il pressing su Ranieri
Ma Gabriele Gravina è preoccupato soprattutto dalla inquietante eventualità che il peggio debba ancora venire, visto che la qualificazione degli azzurri al Mondiale del 2026 è già appesa a un filo e per scongiurarla sarà adesso determinante non commettere altri errori. Per questo il presidente federale sta intensificando il suo pressing su Claudio Ranieri, che ha dimostrato durante la sua lunga carriera di avere il profilo giusto per affrontare e risolvere i problemi, come è appena stato capace di fare per l’ennesima volta subentrando al timone della Roma: presa in corsa ai margini della zona retrocessione a campionato inoltrato e portata con una straordinaria rimonta in Europa.
Incontro con i Friedkin per il doppio incarico
L’esperto allenatore capitolino cresciuto nel quartiere di San Saba, 73 anni, è il piano A su cui stanno lavorando ai piani alti di via Allegri, senza avere tuttavia la certezza assoluta di poter concludere la trattativa, rallentata da un paio di ostacoli. Non basta infatti la disponibilità di massima già data da Ranieri alla chiamata della Nazionale, al cui fascino è molto difficile dire di no. Ma Sir Claudio s’era appena accordato con la Roma per cambiare ruolo: da allenatore a consulente tecnico, dopo avere ribadito più volte di ritenere concluso il suo percorso quasi quarantennale sulle panchine italiane e di mezza Europa. Per questo i due proprietari americani del club giallorosso, Dan e Ryan Friedkin, gli chiederanno nel vertice in programma ad horas per quale motivo abbia cambiato idea: con il duplice obiettivo di non rinunciare a un collaboratore che ritengono prezioso e accettare al massimo – in caso di accordo – di condividerlo con la Federazione.
L’opinione pubblica per un ruolo super partes
Prende dunque quota l’ipotesi del doppio incarico, che cozza però con le forti preoccupazioni di una parte dell’entourage di Gravina. I veleni intorno all’Italia sono infatti già oltre il livello di guardia e agli occhi dell’opinione pubblica rischierebbe strada facendo di stonare la scelta di un ct non super partes, in quanto contemporaneamente legato a una delle squadre più ambiziose e con maggior seguito di tifosi del campionato di serie A. In un momento normale la specchiata professionalità di Ranieri e il suo indiscutibile spessore personale metterebbero tutti d’accordo. Ma questo per la Nazionale è un momento tutt’altro che normale e vanno curate dunque anche le sfumature.
Il piano B porta a Stefano Pioli
Ne consegue che in Figc stiano lavorando pure sul piano B di Stefano Pioli, che però presenta a sua volta due criticità. L’ex tecnico del Milan deve infatti svincolarsi dal club arabo dell’Al Nassr ed era già in parola con la Fiorentina, prima che alla sua porta bussassero gli emissari di Gravina. Altra trattativa in salita, insomma. La panchina che scotta dell’Italia rischia di dover aspettare il suo prossimo padrone ancora per un po’ e non si può quindi escludere nemmeno l’apertura in extremis di una terza pista: con l’ex ct Roberto Mancini che aspetta solo una chiamata per indossare i panni del figliol prodigo. Il prescelto è però Sir Claudio e dal conclave azzurro sono tutti in attesa di buone notizie da Roma, si spera in tempi strettissimi. Da stasera, con l’addio di Spalletti, la faccenda rischia infatti di farsi ancora più sgradevole e spinosa. Prima si volta pagina e meglio è…