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Ranieri, metti una sera a cena: quel no alla Nazionale maturato sulla colline toscane

Mentre l’Italia batteva la Moldova il tecnico, a televisione spenta, cenava a Castelnuovo Berardenga. Lì la decisione di rifiutare la proposta di Gravina

Castelnuovo Berardenga (Siena) – Galeotto fu il Chianti con le sue colline. Il no alla nazionale è maturato così, tra un menù tipicamente toscano e in mezzo alle vigne, nella sua casa che da vent’anni funge da buen ritiro nei momenti più concitati. Lunedì sera, mentre l’Italia salutava il ciclo Spalletti con una striminzita vittoria con la Moldavia, Claudio Ranieri era a cena a Castelnuovo Berardenga, in provincia di Siena, paese di cui è diventato cittadino onorario nel 2016 dopo la vittoria della Premier League con il Leicester. Televisore rigorosamente spento, niente partita, sul tavolo da una parte una lasagna e un arrosto girato come menù, dall’altra il contratto con la Figc, pronto per essere siglato, firmato.

La trattativa sulle colline del Chianti

Poi, uscito dal ristorante di Claudio e Carlo, uno dei più famosi del piccolo paese, i pensieri, la valutazione profonda, la voglia di non abbandonare la Roma e il messaggio a Gravina “Scusa presidente, non posso farlo. Ho dato la mia parola a Dan Friedkin”. Ranieri ha condotto le ore che lo hanno portato a un passo dall’Italia tra le vigne della sua tenuta, il Podere Apparita, in mezzo alla più ampia tenuta di Arceno, dove rimarrà per tutta la settimana.

Il rifiuto. L’estate sarà solo per la Roma e gli amici di sempre

Lì ha ricevuto la prima chiamata di Gravina, da lì è rimasto in contatto con i Friedkin per ottenere un placet al doppio incarico che poi non è servito, da lì, dopo il rifiuto definitivo, ha iniziato a organizzare la sua estate incentrata solo e soltanto sulla Roma, circondato dagli affetti della famiglia e dagli amici. In questi giorni ospiterà i compagni storici del Catanzaro e le rispettive consorti, come ogni anno d’estate: Massimo Palanca, Fausto Silipo, Giuliano Groppi, Paolo Braca, Alberto Spelta e tanti altri ancora. Insieme hanno ricordato i tempi che furono e Giorgio Pellizzaro, portiere dei calabresi scomparso recentemente e uno dei migliori amici di Ranieri. Poi, per il resto, poco spazio alle uscite: “Di solito viene a comprare il giornale ma in questi giorni non s’è visto”, racconta Rocco l’edicolante, versione confermata da Silvia del Bar Centrale di Castelnuovo, che con Ranieri ha un rapporto di lunga data testimoniato da una foto che campeggia in mezzo al locale: “Stavolta non si è fatto vedere, vive il paese come un cittadino normale, tra la spesa, un caffè, un aperitivo e la passione per il cinghiale che cucina la moglie”. Unica uscita quella al ristorante di lunedì sera, prima del no a Gravina: “Da noi Ranieri è un cliente abituale- commentano i titolari Carlo e Claudio- lunedì ha cenato qua senza però vedere l’Italia. Il rifiuto alla nazionale partito da qua? Speriamo non sia colpa del nostro menù”, raccontano, con ironia.

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