ROMA – Claudio Ranieri ha detto no, non sarà lui il nuovo ct dell’Italia. Troppe polemiche, troppe criticità legate al doppio ruolo di consulente della Roma. Dopo due giorni di contatti e colloqui, l’allenatore che ha appena lasciato la Roma ha declinato l’invito del presidente della Figc Gabriele Gravina, a cui ieri aveva dato una disponibilità di massima per prendere il posto di Luciano Spalletti alla guida della Nazionale.
Ranieri: “Decisione solo mia”
“Ringrazio il presidente Gravina per l’opportunità, un grande onore, ma ho riflettuto ed ho deciso di restare a disposizione della Roma nel mio nuovo incarico in modo totale”, ha detto all’Ansa Ranieri. “I Friedkin mi hanno dato il loro pieno supporto e appoggio per qualsiasi decisione avessi preso riguardo alla Nazionale, ma la decisione è solo mia”, ha concluso.
I paletti del doppio ruolo
La questione ha cambiato direzione all’improvviso nella serata di lunedì. Quando il presidente della Federcalcio Gravina, incassata la disponibilità di Ranieri a guidare la Nazionale, ha dovuto chiarire con lui i margini per mantenere il doppio ruolo di ct e di advisor personale di Friedkin. Un memorandum in cui veniva spiegato dettagliatamente cosa avrebbe potuto o non potuto fare per non violare l’articolo 40 comma 4 del regolamento del Settore tecnico. Criteri che però restringevano di molto quanto Ranieri poteva fare con e per la Roma.
Il rifiuto di Ranieri
A quel punto, il ct in pectore ha avuto un colloquio piuttosto articolato con Friedkin. E di fronte al rischio di andare incontro a polemiche e al rischio di vedersi contestati i margini del suo lavoro per la proprietà giallorossa, ha virato. Ha chiamato Gravina e ha comunicato, a quel punto, di non poter assolvere al ruolo di ct azzurro. Che per farlo avrebbe dovuto lasciare la Roma e non era quello il suo desiderio. La Nazionale dovrà cercarsi un altro salvatore della patria.