Allenatore che vince non si cambia. Il pensiero martella nella testa del presidente romanista Dan Friedkin da qualche settimana, anche se Claudio Ranieri non vuole sentire ragioni. Aveva ereditato una panchina dissestata, l’ha riparata, trasformata. Ora sembra comoda, tanto da volerci restare. Complice il successo in rimonta contro il Como, la sua Roma vola, raccogliendo in media 2 punti a partita: il migliore andamento dai tempi della seconda esperienza giallorossa di Luciano Spalletti (2,15 a partita). In sintesi, un ritmo da scudetto: nel girone di ritorno nessuna squadra ha fatto meglio della Roma (20 punti conquistati su 24 disponibili).
Roma, i nomi in lizza per la panchina
Numeri che alimentano il sogno europeo: in attesa di Juventus-Verona, il quinto posto dista sei lunghezze. Ranieri così ha permesso ai tifosi di tornare a guardare avanti, in classifica e nel futuro, quando consegnerà la Roma in mani fidate, scelte da lui. “Farò i nomi, poi deciderà la proprietà”, ha detto qualche giorno fa in conferenza. Ma su chi puntare? Piace molto Gian Piero Gasperini – niente rinnovo con l’Atalanta – che potrebbe lasciare Bergamo a fine stagione. Intriga pure Cesc Fabregas, il tecnico del Como elogiato in continuazione da Ranieri nell’ultima settimana (emozionante il loro abbraccio negli spogliatoi dopo la partita). Senza dimenticare il fascino per Massimiliano Allegri, libero dopo la separazione con la Juventus e vicino al tecnico romanista per filosofia di gioco.
Ancelotti non crede che Ranieri smetterà
E se la scelta di Ranieri fosse Carlo Ancelotti? No, l’ha confessato lui stesso alla trasmissione Dribbling: “Sto bene a Madrid”. Ma nella sua intervista il tecnico del Real ha parlato anche di Ranieri: “Dubito che smetterà”. Allora la questione diventa: e se Ranieri scegliesse Ranieri? Quando, nel post gara di Sky, gli fanno notare le parole di Ancelotti, il tecnico risponde divertito: “Ma mi lasciate perdere? Non si devono fare queste domande a un allenatore. Le ho lette le parole di Carlo, buona serata…”.
Ranieri e la voglia di continuare
Potrà evitare la risposta, non il dubbio. La voglia di restare lo accarezza, nonostante ostenti sicurezza nel ribadire – ogni volta – il suo futuro lontano dalla panchina giallorossa. Perentorio e categorico, come quando lo scorso anno disse: “Il Cagliari sarà la mia ultima squadra”. In pratica, se la Roma chiama, l’imperturbabilità cede il passo al dubbio, la ragione ai sentimenti. E la certezza alla ritrattazione.