A Madrid dicono che oggi comincia la stagione del Septete, settanta partite per sette trofei: sono in pochi a saperlo, ma la Fifa ha avuto la geniale idea di riesumare la Coppa Intercontinentale, la cui finale si giocherà il 18 dicembre tra il detentore della Champions e chi sopravviverà a tre turni di play-off tra gli altri vincitori continentali. La competizione si aggiunge a campionato, coppa nazionale, un paio di supercoppe, Champions e Mondiale per club: ovviamente in Spagna nessuno neanche concepisce l’idea che una squadra che presenti tre dei cinque migliori del pianeta (Mbappé, Bellingham e Vinicius, e non che gli altri siano scarsi) possa discostarsi dal concetto di imbattibilità, del resto non perde una finale dal 1983. Ma non c’è squadra come l’Atalanta capace di infilare bastoni tra le ruote, sassolini nelle scarpe, rompere le scatole all’ordine costituito, per cui stasera sarà lì, a Varsavia, a cercare di guastare l’esordio di Mbappé (difficile sia titolare, però) e la calma serafica di Ancelotti, che comunque ha dichiarato grande stima per il collega.
Gasperini e il caso Koopmeiners
Gasperini è di umore nero. Tra infortuni (Scamacca, Scalvini, Zaniolo, Toloi) e casi di mercato (i dissidenti Koopmeiners e Touré), nella notte più prestigiosa della storia dell’Atalanta dovrà presentare una squadra ai minimi termini e con pochissime alternative, perché l’unico dubbio è tra Retegui e Pasalic e le altre scelte sono obbligate. «Ho il vantaggio che non sbaglierò formazione. Carletto avrà molti più problemi di me», ha provato a buttarla sul sarcasmo Gasp, che però la vicenda Koopmeiners non l’ha mandata giù e ha accusato la Juventus, pur senza nominarla: «Koopmeiners alla fine è vittima di questa situazione, gli hanno negato il piacere e il diritto di giocare questa partita. È stato fortemente condizionato, mi dispiace non essere riuscito a convincerlo a stare fuori dalle beghe di mercato. È stata un’operazione a orologeria per danneggiare il più possibile l’Atalanta. Vedremo come andrà a finire, in ogni caso il ragazzo è sano e recuperabile». La trattativa è in fase di stallo, di sicuro l’Atalanta non sta facendo nulla per andare incontro alla Juve. Però ha preso Brescianini, soffiandolo in extremis al Napoli per il quale aveva già sostenuto le visite mediche, e insiste per il danese O’Riley, vale a dire due alternative all’olandese.
Vinicius, gli arabi preparano il miliardo
A Madrid si parla invece di offerte miliardarie (un miliardo a lui, un miliardo al Real) degli arabi per Vinicius, ma Ancelotti dice che sono fantasie e si dedica piuttosto all’integrazione di Mbappé, il quale si allena con la sua nuova squadra da appena sei giorni e quindi potrebbe partire dalla panchina, anche perché Carletto ha in mente di dare spazio a chi si è guadagnato questa partita vincendo la Champions, quindi a Modric e non a Kylian, che poi chissà come sarà incistato tecnicamente in una squadra che già senza di lui rasentava la perfezione: «Ma non ci vuole Einstein per inserire i giocatori bravi, il difficile è inserire quelli che non lo sono. La cosa più semplice è far giocare i più forti, se saranno intelligenti sarà facile per tutti». Mettere i più forti tutti assieme significa organizzare un 4-2-3-1 con Rodrygo-Bellingham-Vinicius alle spalle di Mbappé, anche se spesso uno dei quattro cederà il passo a un centrocampista «perché la chiave sarà il recupero della palla» e nessuno dei quattro è un grande recuperatore. Avercene di questi problemi, starà pensando Gasperini.