La fine della storia, l’inizio delle incertezze. Per il Real Madrid, messo alla porta della casa dove faceva da padrone: la Champions League, salutata con la doppia sconfitta contro l’Arsenal ai quarti di finale. Per il tecnico Carlo Ancelotti, che un anno dopo aver centrato il suo quinto successo nella competizione, lascia il trono d’Europa vacante (secondo Sky Sport Uk l’addio sarà il 26 aprile, dopo la finale di Coppa del Re contro il Barcellona). Non solo quello, perché anche la panchina del Real cerca nuovi pretendenti: Xabi Alonso e Jurgen Klopp sono i due corteggiati dal presidente Florentino Perez.
La stampa spagnola contro Ancelotti
E così l’unica certezza diventa il dubbio: “Non so e non voglio sapere se questa è stata la mia ultima partita in Champions con il Real”, ha dichiarato Ancelotti, legato alla squadra fino al 2026, ma consapevole che “se finissi oggi sarei comunque grato al club”. Perché dalla Spagna le voci della separazione anticipata sono insistenti. “Il tecnico è stato criticato per la mancanza di gioco della squadra e si trova in una posizione difficile per il futuro”, scrive Marca, che in prima pagina titola: “Senza giocare non ottieni miracoli”. Neanche al Bernabeu delle rimonte magiche. Secondo As l’allenatore era già stato “esonerato dai tifosi per il disastro dell’andata (3-0 in casa dell’Arsenal, ndr)”. Anche se per il divorzio resta il nodo delle tempistiche, stravolte dal Mondiale per club: la finale è in programma il 13 luglio, un mese prima dell’inizio del campionato. Ancelotti vuole giocarla. Almeno così fa intendere quando gli chiedono del futuro: “Abbiamo da giocare ancora la finale di Coppa del Re (il 26 aprile contro il Barcellona, ndr), poi siamo in lotta per il campionato e c’è il Mondiale per club”. Tre competizioni per salvare una stagione finora deludente, complice pure l’umiliante 5-2 incassato contro il Barcellona in Supercoppa. Per restare in panchina “il campionato e la Coppa del Re saranno decisivi”, dicono i media spagnoli. A sette giornate dalla fine della Liga, deve ricucire i quattro punti di svantaggio dai catalani, ancora in corsa per un Triplete che invece al Madrid non è mai riuscito.
Il futuro di Ancelotti: Brasile e i sogni dei romanisti
Gli obiettivi sono chiari, ma non abbastanza da far luce sul futuro: “Il club potrebbe decidere di voler cambiare”, ha detto Ancelotti. “Potrebbe succedere, non lo so. Il giorno in cui tutto questo finirà, farò solo una cosa: dirò grazie. Che sia domani, tra un mese o tra un anno. Niente di più. Non ho mai pensato di non essere l’allenatore giusto per questa squadra”. Parole che alimentano le voci d’addio e la strada verso una panchina da commissario tecnico. In Brasile non hanno mai smesso di corteggiarlo. Dopo la parentesi Tite, la federazione cerca infatti un allenatore sicuro, visto che Menezes, Diniz e Dorival Junior (ancora da rimpiazzare) hanno tutti avuto il carattere della provvisorietà. Del resto, in passato Ancelotti aveva dichiarato che il Real Madrid sarebbe stato l’ultimo club della sua carriera. A meno di ripensamenti dal gusto romantico, come ha fatto Claudio Ranieri per la Roma. Con la benedizione di Francesco Totti, che nei giorni scorsi lo ha invocato: “Mourinho e Ancelotti sono i migliori tecnici al mondo. Chi vorrei sulla panchina della Roma? Il primo lo abbiamo testato. Se Ancelotti ci pensasse, sarebbe bello”.