Si potrebbe dire con una citazione che certi “amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Quello tra Valerio Verre è il Palermo, però, è andato oltre. Perché il centrocampista era tornato al Palermo di Eugenio Corini dopo 10 anni, con il grande peso sulle spalle di far compiere ai rosanero un salto di qualità a gennaio. Tutti ricordano come è cominciata la seconda avventura con la maglia rosanero, con un pallonetto da 50 metri contro il Frosinone per fare impazzire il “Barbera”. E anche come è finita: un mesto allenamento a porte chiuse allo stadio con tanto di faccia a faccia, dopo il quale i due prestiti eccellenti, Verre appunto e Tutino, non sarebbero stati riscattati, perché identificati come simboli di un Palermo incompiuto, che aveva visto sfumare i play-off in casa contro il Brescia, dopo un finale di stagione bruttissimo.
E, invece, questa volta il Verre-ter è servito, con un blitz di Morgan De Sanctis che a giorni farà firmare il centrocampista romano per un trasferimento a titolo definitivo, dopo averlo ingaggiato da svincolato. Occorre però riassumere cosa è stato in rosanero Valerio Verre, eterno figliol prodigo, andato via giovanissimo e rimasto attaccato all’idea di tornare più esperto e saggio a indossare la maglia della squadra che lo aveva lanciato a 20 anni. Dopo quell’esperienza nell’ultimo grande Palermo vincitore della serie B, con Iachini in panchina e Dybala e Vazquez, Verre ha girovagato tra A e B per poi, appunto, tornare in Sicilia, con il sacrificio di scendere di categoria: prestito con diritto di riscatto dalla Sampdoria, che si privava di una pedina importante per un’insperata salvezza.
Quando a 29 anni, al mercato di gennaio, sei disposto scendere di categoria rinunciando a un posto da titolare in A, significa che ci credi davvero. E infatti Verre, che a Palermo ha molti amici, si era presentato come il nomade che cercava di mettere le radici. L’inizio era stato scoppiettante con quel primo gol della vita con la maglia rosanero segnato al “Barbera” contro il mai amato Frosinone, peraltro capolista assoluto, con un destro di prima intenzione da 50 metri. Roba da top ten dei gol più belli della storia del Palermo. Venuto per dare qualità e imprevedibilità in mezzo al campo, Verre si era calato benissimo nella parte.
Poi però un paio di influenze debilitanti nei momenti clou della stagione lo hanno fermato togliendo smalto a un giocatore che tra le sue caratteristiche non sembra sempre avere la continuità dei 90 minuti. Eppure in un marzo brillante contro Pisa, Cittadella e Modena, Verre si era ripreso la scena con due assist e un gol. Salvo ricadere nella morsa dell’influenza e poi perdersi nel naufragio finale della squadra di Corini: appena una vittoria nelle ultime sette partite. Di qui, dopo un finale deludente, la volontà di non riscattarlo e il rientro alla Sampdoria, con cui l’anno scorso è stato autore di un gol e di ben sette assist, molti dei quali nel ruolo di trequartista e anche seconda punta, dove si trova più a suo agio.
Per questo Dionisi si ritroverà adesso con un centrocampista di qualità ed esperienza che può giocare sia da mezzala che in fase di impostazione, ma anche sulla trequarti galleggiando tra le linee. Un innesto che unito ai vari Ranocchia, Blin, Segre e Gomes fa del Palermo una squadra con un centrocampo da serie A. Nel frattempo è stato ufficializzato l’acquisto di Stredair Appuah dal Nantes per una cifra attorno ai due milioni di euro. Per lui il Palermo ha fatto un chiaro investimento per il futuro, con un contratto fino al 2029. Appuah, franco ghanese nato a un’ora da Parigi, è la classica ala offensiva ed è cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Paris Saint Germain, prima di trasferiti al Nantes con cui ha anche esordito in Ligue 1.