SAN MARINO – “Vedevo tutte queste chiamate da un numero spagnolo e buttavo sempre giù, pensavo a un call center o cose simili. Poi ad un certo punto arriva un messaggio dallo stesso numero: ‘Ciao sono Carlo, chiamami tu quando vuoi’. Il mio ex allenatore alla Reggiana voleva farmi i complimenti, il più bravo di tutti”. Carlo il più bravo di tutti è Carlo Ancelotti, che alla Reggiana in B allenava Roberto Cevoli da San Marino, il ct che ha riscritto la storia. La sua nazionale è il fanalino del ranking Fifa (210° posto) e dal 1988 al 2023 è arrivata ultima in tutte le competizioni a cui ha partecipato. Quella stessa squadra nel novembre 2024 ha vinto il girone di Nations League D ed è stata promossa in C. Un’impresa che ha spiazzato un microcosmo appassionato ma abbonato alle sconfitte: tanto per dare un’idea, il gruppo del tifo organizzato si chiama “Mai una gioia” e domani a Cipro per l’esordio nelle qualificazioni mondiali porterà otto tifosi in trasferta. San Marino ha già una chance di andare ai play-off se 10 delle altre 13 nazionali che hanno vinto il proprio gruppo di Nations League finiranno ai primi due posti nel cammino verso il Mondale 2026.
Cevoli, da dove è nato il sogno di andare ai Mondiali?
“Da un cambio di mentalità. Restiamo ultimi nel ranking, ma il divario lo abbiamo ridotto. Ci ha cambiato la vita il 3-1 in Liechtenstein. Non avevamo mai vinto in trasferta, non avevamo mai fatto così tanti gol”.
Età media della sua nazionale?
“Meno di 22 anni, la più giovane d’Europa”.
Fischio finale di Liechtenstein-San Marino: cosa ha provato?
“Ho pensato a tutto quello che voleva dire per il mio Paese. La gioia più bella della mia carriera”.
Per decenni San Marino ha faticato a passare la metà campo, poi cosa è successo?
“Noi sappiamo che il rischio di perdere è alto, ma è giusto cercare di costruire. Il nuovo corso è iniziato grazie al presidente federale Marco Tura e a un ct come Franco Varrella, il primo a tracciare una svolta”.
Mika Hakkinen quando vinse il primo mondiale di Formula Uno disse: ‘Non puoi essere un vincitore se prima non sei stato un bravo perdente’.
“Io ho iniziato la carriera da giocatore con quattro retrocessioni a San Marino, Jesi, Fano e Carpi: dicevano che portavo una certa sfiga, poi ho iniziato a vincere. Se sai perdere e sai imparare, cogli il meglio e riparti”.
San Marino ha circa 30 mila residenti, di cui 20 mila cittadini con passaporto. Tra quanti giocatori può scegliere per la sua nazionale?
“Una quarantina. Per fortuna c’è un movimento che sta crescendo”.
Calciatori professionisti?
“Uno. L’attaccante Nicola Nanni, che gioca nella Torres in C, altri sono in D o in Eccellenza in Italia, altri ancora nel campionato sammarinese o nelle giovanili di Cesena, Rimini e Sassuolo”.
Mentre allena, si accorge della differenza tra un giocatore professionista e un dilettante?
“No, sulla dedizione al lavoro niente da dire. C’è chi lavora in fabbrica, chi fa il ragioniere, chi aiuta nell’azienda di famiglia, alcuni giocatori devono prendere le ferie per allenarsi o venire in trasferta. La loro passione è la nostra arma più potente”.
Il dilettantismo è un valore?
“Io nel calcio ho trovato tanti dilettanti tra i professionisti e tanti professionisti tra i dilettanti. È successo anche qui”.
Quanti tifosi seguono la nazionale?
“Dopo la vittoria a Vaduz ci hanno aspettato allo stadio e mi sentivo il ct del Brasile che aveva vinto i Mondiali. Nelle nostre gare in casa non sono più di cinquecento, anche se la federazione è brava a coinvolgere i giovani”.
Il modello a cui si ispira?
“L’uomo della telefonata. Carlo Ancelotti. Per dare l’idea, alla Reggiana in B ci allenavamo in 35-40 e non si lamentava nessuno”.
Se lo immagina San Marino ai Mondiali?
“Ah, io me lo immagino… solo l’idea di giocare i play-off mi esalta”.
Nel 2016 la Germania batte 8-0 San Marino e Thomas Müller alla fine dice: “Mi chiedo che senso abbiano gare del genere”. Da sammarinese cosa ha provato?
“Magari non ha usato le parole migliori, ma per certi aspetti poteva anche avere ragione. Fare una Nations con squadre di pari livello ci ha aiutato a crescere”.
Dalle qualificazioni ai Mondiali cosa si aspetta?
“Sarà un’occasione per migliorarsi e continuare a essere propositivi anche contro l’Austria, la più forte del nostro girone”.
Quando c’è il sorteggio dei gironi, lei da ct di San Marino spera sempre che non arrivi un’avversaria troppo forte?
“Macché, più forti sono e meglio è. Io spero sempre di sfidare le migliori. Prendere tanti gol? Se accade, pazienza, l’importante è giocare con coraggio, poi si riparte. In tutti questi anni abbiamo imparato a perdere, abbiamo tenuto duro e come premio possiamo sognare il Mondiale”.