Claudio Ranieri festeggia la prima settimana da plenipotenziario della Roma. Allenatore, dirigente, consigliere del presidente e salvatore della patria giallorossa. Trigoria è ai suoi piedi, così come a quelli del suo staff, chiamati dalla meritata pensione a risollevare le sorti del club.
Ma all’interno di questa nuova riorganizzazione (la terza stagionale) gravitano due figure di riferimento esterne alla cerchia di Sir Claudio. Due professionisti chiamati direttamente da Dan Friedkin per risistemare il caos romanista: Mark Sertori nel ruolo di Head of permormance e Tim Coates, psicologo sportivo e mental coach. Aggregati negli ultimi mesi allo staff prima di De Rossi e successivamente di Juric, entrambi sono stati chiamati a Trigoria per alzare l’asticella delle prestazioni.
Mark Sertori è approdato alla Roma dopo esser stato per 14 anni una figura centrale nello staff medico del Manchester City contribuendo a costruire l’infrastruttura di supporto che ha sostenuto il club nei suoi anni di gloria sotto la guida di Pep Guardiola. Il suo lavoro si è distinto per l’integrazione di approcci innovativi nella gestione delle prestazioni fisiche e delle terapie.
Prima di approdare nella Capitale, è passato anche per Burnley, dove ha sviluppato strategie per il recupero degli atleti e migliorato l’efficacia dei programmi di allenamento. Fisioterapista di formazione, si è trasformato negli anni in un “miglioratore di performance”, capace di influenzare positivamente non solo i calciatori ma anche l’intera organizzazione.
Il suo approccio con il mondo Roma è stato da vero uomo squadra, con un mindset positivo che ha conquistato tutti. La lingua madre è l’inglese e per il proverbiale “daje” servirà tempo, ma il suo carisma è già palpabile tra i corridoi e i campi di Trigoria, dove non salta un allenamento. In meno di tre mesi ha già organizzato diverse cene con lo staff e i dipendenti del club per compattare un gruppo di lavoro ancora diviso tra giochi di potere e paure di tagli improvvisi.
L’ultima mossa del team builder britannico è stato tornare dalla sua Manchester con una valigia piena di magliette del City da regalare a tutti. Il resto è lavoro dietro le quinte, facilitatore dei processi produttivi, rallentati negli ultimi mesi dalla mancanza di dirigenti operativi.
Sertori decide e mette in pratica, senza reali supervisori, grazie al filo diretto con il presidente Dan Friedkin. E in questa avventura italiana ha voluto con sé l’amico Tim Coates, psicologo sportivo e mental coach, conosciuto nei suoi anni d’oro alle dipendenze di Pep Guardiola.
L’“esperto della mente” come si definisce lui stesso sui propri canali social dove condivide momenti di vita quotidiana e consigli per i propri followers, è arrivato nella Capitale da poche settimane. A breve il club gli fornirà un ufficio privato a Trigoria, per ricevere calciatori e membri dello staff.
Nell’attesa Coates si sta concentrando sull’osservazione: studia il body language dei calciatori, una frase che ama ripetere spesso. Per il momento, i tifosi lo ricordano più per i meme che per i risultati, complice il viso paonazzo e stressato immortalato durante Roma-Bologna. Un’immagine rapidamente viralizzata e reinterpretata in diversi contesti comici, trasformandolo in un’icona del momento di crisi della squadra.