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Roma-Inter 0-1: decide Lautaro, i nerazzurri restano a 2 punti dalla vetta

Gara complicata per i campioni d’Italia. Svilar fa parecchie grandi parate, poi è l’argentino a lasciarli in scia al Napoli capolista

Roma – C’è una cosa che le grandi squadre sanno fare. E’ vincere anche quando tutto sembra mettersi di traverso. C’è una cosa che i grandi campioni sanno fare: è essere determinanti anche quando non sembra proprio la loro serata. Anche se ha perso due giocatori in meno di mezz’ora per infortuni muscolari, all’Inter è bastato un pizzico di Lautaro, uno che fin qui aveva fatto gol solo all’Udinese. Anzi, uno schiaffo. Che diluisce la fuga del Napoli, accorciando la distanza tra Conte e il mondo che lo insegue.

«La cronaca della gara»

Uno a zero. Dopo Milan, Juve e Napoli la legge delle grandi — vincere col minimo sforzo — ha premiato pure l’Inter, arrivata all’Olimpico sapendo di non poter sbagliare nulla in coda a un weekend che aveva regalato sorrisi a tutte le sue rivali. Ma ha dovuto aspettare l’ultimo istante, trattenere il fiato fino a quando la sirena non ha detto alla Roma che era finita davvero. Uno dei tre avversari, la Roma, stesi da quel bolide di Lautaro. Gli altri due? Le contratture che hanno tolto alla partita prima Çalhanoglu e poi Acerbi, la metà della colonna vertebrale della squadra.

Vittoria importante, ma c’è il fattore infortuni

Nemmeno lo sapesse, proprio del rischio infortuni si era lamentato il presidente Marotta prima della partita. Non lo avrà consolato la capacità di gestione del suo allenatore, che inventando Barella davanti alla difesa potrebbe aver suggerito una soluzione al ct azzurro Spalletti per farlo convivere con Frattesi. Il campionato che aveva cambiato una capolista a giornata per il suo primo mese di vita, sembra ora aver stabilito valori ed equilibri. Anche l’Inter ha ritrovato i propri. Era da agosto che Simone Inzaghi non chiudeva una partita di Serie A senza prendere gol: nelle ultime tre ne aveva sempre presi un paio, caratteristica poco adatta al profilo di chi sa di dover vincere. La sconfitta nel derby era stata la sveglia che suona ricordandoti che stai per perdere l’autobus. La vittoria di ieri è l’esatto opposto: lo scatto per salire sul mezzo in corsa e prendersi uno dei posti davanti.

Il problema del gol, ora anche Juric non sembra saldo

Chissà se ora la campana suonerà anche per Ivan Juric: dopo averle provate tutte, mescolando tessere e uomini, la sua Roma ha finito per avvitarsi in una triste sequenza di tentativi frustrati. Sotto gli occhi di uomini del Qatar, allo stadio per assistere alla partita e non solo, è arrivata la terza sconfitta della stagione. Confermando la tragicomica attitudine romanista a non fare gol mai: 8 gol in 8 giornate, nonostante una ricchissima collezione di tiri in porta e 56 milioni spesi per rifarsi l’attacco. Juric ha provato a difendersi dicendo che «era da tempo che contro l’Inter non giocavamo così» (ma si riferiva alla Roma o a se stesso?) e poi che quel gol è stato «un incidente». Chissà se De Rossi ha visto la partita: certo oggi sussulterà a ogni squillo del telefono. A lui (e forse persino ad altri allenatori) ripensano i Friedkin, che lo avevano liquidato annunciando di aver scelto Juric «per vincere trofei». Uno di quei messaggi che invecchiano malissimo.

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