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Roma, la carica di Smalling: “Dobbiamo ritornare in Champions, non siamo contenti di essere finiti dietro la Lazio”

Sarà il quinto anno per il centrale inglese all’ombra del Cupolone: “Dimentichiamo gli errori arbitrali e impariamo dai nostri, serve una marcia più regolare”.

Continua l'avventura nella Capitale per Chris Smalling, che ha rinnovato con la Roma fino al 2025, e il centrale inglese ha ben definiti gli obiettivi: "Dobbiamo fare meglio dell'anno scorso, dove abbiamo raggiunto una finale europea: ciò significa vincere un trofeo e conquistare un posto tra le prime quattro in Serie A" spiega a 'La Gazzetta dello Sport'.

L'amarezza di una finale europea persa dopo una lunga battaglia va accantonata e la mano di vernice può essere regalata dai rinforzi di mercato, anche se l'ex 'Red Devil' non rifiuta i galloni di senatore: "Budapest fa ancora male, avevamo dominato il primo tempo contro una grande squadra: i rigori si sa fanno storia a sé. Queste partite girano spesso su episodi che non sono chiaramente andati a nostro favore, ci conviene essere concentrati su di noi e capire dove possiamo migliorare, l'arrivo dei nuovi può essere importante. Se Aouar e Pellegrini possono giocare insieme? Lorenzo può giostrare in vari ruoli, dipende da modulo e rivali: possiamo proporre due mezzali, o due trequartisti, un allenatore è felice di schierare giocatori polivalenti. Li vedo a loro agio, è bene che siano già con noi: sono consapevole del mio ruolo dentro e fuori dal campo, sono un giocatore esperto che ama avere pressione e fare da esempio ai suoi compagni, ma non sono l'unico leader".

L'ambiente giallorosso e, perché no, un derby che si vive tutto l'anno sono tra i motivi che hanno reso automatico rinnovare: "Non posso dare un giudizio su chi sceglie l'Arabia, ci sono tanti soldi in ballo; ci si può però interrogare sulla sostenibilità, l'esempio della Cina è sul tavolo, lo vedremo solo nel tempo. A Roma sono sempre stato bene, parlando con Mourinho, Pinto e la proprietà ho tastato l'ambizione e non ho avuto esitazione a rimanere con tifosi così. Fare l'arbitro è difficile, per definizione non vince mai: è difficile accettare errori gravi, talora frustrante, ma in un anno ci sono sbagli a favore e sbagli contro. La Roma non gioca in Champions dal '18 – '19: ci si arriva con passo regolare, non siamo contenti di essere finiti dietro la Lazio e che loro giochino la Champions. Per ambiente e attesa non ci sono paragoni tra il derby del Cupolone e quello di Manchester, anche se la rivalità vera è con il Liverpool".

L'ultima riflessione è per compagni e avversari: "L'attaccante più difficile da marcare? Immobile e Vlahovic, l'Atalanta ha poi due prime punte molto fisiche con cui sono belle sfide; Belotti dà sempre il 100%, avrà più spazio per via dell'infortunio di Abraham: non è un segreto serva un'altra punta, per fortuna non devo scegliere io tra Morata e Scamacca. Mourinho è lo stesso di sempre: chi ha nel Dna il successo può essere tanto cordiale nei momenti di relax quanto concentrato in allenamento e in partita".

 

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