COMO – È all’ottava sconfitta su sedici partite di campionato, con la zona retrocessione appena due punti sotto, che i Friedkin hanno deciso che così non si può più andare avanti e che la Roma ha bisogno non soltanto di uno scossone (è per dare la scossa che si cacciano gli allenatori, no?) ma di un vero e proprio ribaltamento.
I Friedkin si affidano a Ranieri
Il solo punto fermo resta Ranieri, cui i proprietari del club dopo la sconfitta di Como hanno ribadito fiducia assoluta e che vedono, in questa fase tumultuosa, come unico solido riferimento per gestire questo presente franoso e provare a impostare un minimo di futuro. Ma tutto il resto deve cambiare, anche perché sarebbe grottesco puntare addirittura su un quarto allenatore. Bisognava vedere la faccia di Hermoso dopo la partita, quando raccontava che non è così semplice essere paracadutati in nuovo club in cui ogni due per tre cambia la guida tecnica. I tifosi obietteranno che bisognerebbe vedere la loro, di espressione, quando gioca Hermoso, ma questo è un altro discorso. O semplicemente l’altro lato della medaglia.
Da Pellegrini a Dybala, mezza squadra sul mercato
Guardando la partita in tv da Houston e poi commentandola con i loro collaboratori, i Friedkin hanno definito inaccettabile la prestazione di Como, che per altro fino al 90’ abbondante stava comunque garantendo un punticino. La rabbia per una sconfitta arrivata così, con il gol di un trentenne che non ne aveva mai segnato in serie A e nella quale aveva giocato appena una manciata di minuti, ha scatenato reazioni nervose notevoli, ma anche schiarito il livello della consapevolezza: questa squadra va modificata profondamente e va fatto subito, fin dal mercato di gennaio. Tutti sono sotto esame, è il messaggio partito dalla proprietà. Tutti, in buona sostanza, sono in vendita e più d’uno verrebbe accompagnato volentieri alla porta. Ranieri si sta impegnando per recuperare alla causa tutti gli elementi, a partire da Pellegrini, che però domenica, dopo avere cominciato dalla panchina, è entrato in partita con una svogliatezza disarmante. Sotto esame c’è lui come ci sono Cristante, Paredes e perfino Dybala, esponenti di una generazione che, con la separazione da Mourinho, sembra quasi avere perduto l’interesse per le vicende romaniste, senza considerare il logorio fisico che li condiziona.
Koné il nuovo leader
Se a gennaio arriveranno delle offerte, la dirigenza giallorossa le prenderà in considerazione senza andare troppo per il sottile e il discorso vale anche per Zalewski, Celik o Mancini. Al momento, l’idea è di agganciare le sorti della squadra a Koné, l’unico colpo davvero riuscito dell’ultima campagna acquisti, sfruttando anche l’esperienza di Hummels o l’entusiasmo di Abdulhamid, che ha mezzi tecnici al di sotto delle necessità ma uno spirito difficilmente riscontrabile in altri compagni.
Si punta tutto sull’Europa League
Toccherà comunque a Ranieri guidare questa fase delicatissima, in cui l’unica cosa da fare è salvare il salvabile, approfittando dell’Europa League – dove le prestazioni della squadra sono molto meno desolanti che in campionato – per mantenere viva la soglia minima dell’ambizione. L’idea è di aggrapparsi a qualcosa, per evitare che tutto frani. Chiaramente le intenzioni dovranno confrontarsi con i fatti, perché il mese prossimo non sarà facile rivoltare la squadra come un calzino basandosi esclusivamente sulle compravendite: certi giocatori sarebbero difficilissimi da piazzare. Ai Friedkin interessava comunque fare arrivare il loro messaggio. Se servirà a qualcosa, o se funzionerà piuttosto la pacata serenità che Ranieri si sta sforzando di ostentare, lo si vedrà nelle prossime settimane, tra una scena e l’altra del film horror della classifica.