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Roma-Lazio, il debuttante Baroni sfida lo specialista Ranieri nel derby sottosopra

I biancocelesti hanno 15 punti di vantaggio in classifica, il divario più alto tra le due squadre nel girone d’andata. Ma il tecnico giallorosso ha vinto questa sfida quattro volte su quattro.

Roma – Lo specialista contro il debuttante: il confronto tra gli allenatori accende il derby all’Olimpico. A guardare la classifica, Baroni sembra favoritissimo: la sua Lazio ha 15 punti di vantaggio sulla Roma di Ranieri, distacco mai visto – considerando il girone d’andata – nella storia della partita che ferma il respiro della Capitale per 90 minuti più recupero. In realtà ha ragione il tecnico biancoceleste: “Nelle ultime cinque gare, le due squadre hanno realizzato gli stessi punti. E da quando c’è Ranieri, la Roma segna il doppio di prima: è diventata solida e pericolosa. Insomma sarà una sfida equilibrata”. È consapevole, Baroni, che il suo avversario i derby sa solo vincerli: 4 successi su 4, tutti nel biennio 2009-2011, la prima esperienza di Ranieri sulla panchina della squadra del cuore. Una volta fu capace di risalire dall’1-0 per la Lazio e un rigore contro per il potenziale 2-0: Floccari sbagliò dal dischetto e il diabolico Sir Claudio – che all’intervallo osò sostituire Totti e De Rossi, icone giallorosse – rimontò fino a centrare una vittoria che ne alimentò la fama di uomo-derby.

Baroni senza Vecino e con Pedro non al meglio

Però quella Roma era più forte della Lazio, adesso la situazione è diversa: “Loro vanno con il pilota automatico, hanno disputato un girone d’andata stratosferico”, l’elogio di Ranieri a Baroni. Che non a caso, alla vigilia è stato osannato da settemila tifosi biancocelesti a Formello: allenamento a porte aperte, cori per tutti ma soprattutto per l’allenatore della Lazio quarta in campionato e prima in Europa League. In campo gli mancherà l’esperienza di Vecino, e avrà Pedro solo in panchina, ma ha due mediani che non si fermano mai, Guendouzi detto Guendovunque e Rovella, destinato a diventare un punto fermo della Nazionale, più quel Taty Castellanos che ha fatto sostituire per disperazione uno come Hien all’intervallo di Lazio-Atalanta, per dire.

Ranieri ha finalmente trovato la formazione tipo

Dall’altra parte, Ranieri ha interpretato le prime partite della sua terza esperienza in giallorosso come un precampionato, poi ha trovato la formazione-tipo e adesso ha bisogno della vittoria della svolta, quella che non è arrivata a San Siro contro il Milan. Intanto però ha trasformato il problema della Roma – la fascia destra – nel punto di forza: da Celik a Saelemaekers è un’altra storia, proprio. Soprattutto, ha recuperato psicologicamente e fisicamente Paulo Dybala, che nel derby non ha mai segnato e vuole sbloccarsi perché raramente è stato meglio, si è visto al Meazza. Il duello a distanza con il connazionale Castellanos peserà sull’esito della gara, esattamente come quello tra Saelemaekers e Tavares sulla fascia. Aspetta con pazienza, Ranieri, un gol dal centravanti Dovbyk, mentre Baroni punta sui concetti-chiave del suo gioco: mobilità, duttilità, verticalità. “È una partita diversa, certo, ma noi non dobbiamo snaturarci”, dice. E ripresenta Dele-Bashiru come tuttocampista, una mossa che con l’Atalanta aveva funzionato.

Fondamentale che funzioni – soprattutto – la macchina della sicurezza: il derby, con i suoi 65mila spettatori, torna in notturna, alle 20.45, ed è un segnale di fiducia nei confronti delle due tifoserie, chiamate – dopo gli scontri del passato – a superare questo esame di maturità.

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