ROMA — Festeggiare è troppo, ma la scala della felicità non è uguale per tutti. A volte serve accontentarsi, a volte basta cancellare, dimenticare, ripartire. C’è ancora vita, ed è già tanto per una squadra che a metà stagione ha pochi punti, e finora erano stati tutti interrogativi: la Roma qual è, dove va, cosa è successo, c’è una soluzione? Tante domande, nessuno sapeva davvero rispondere. Il Lecce era il suo bivio, riscatto o sprofondo, non c’erano altre strade. Non era facile in una situazione tremendamente complicata riuscire a prendere la via della rivincita: la squadra di Giampaolo aveva altre aspettative e non si è presentata all’Olimpico per un vero scontro salvezza, la Roma invece non sapeva bene dov’era, cosa ci faceva in questa zona della classifica, e non c’è niente di peggio di un abito che ti fa sentire a disagio. Però aveva già dato il peggio di sé.
Le mosse vincenti di Ranieri
Ha avuto la capacità di reagire, ritrovarsi, essere quello che doveva essere e non era stata. Il merito è soprattutto di Ranieri – e infatti il pubblico glielo riconosce con applausi, cori e striscioni – con la scelta dell’attacco leggero. La difesa del Lecce, statica e muscolare, soffre senza un centravanti vero. Nel gol di Saelemaekers non riesce a leggere i movimenti del tridente: El Shaarawy si abbassa per prendere il pallone, Dybala fa un movimento a svuotare l’area, l’altro trequartista la riempie. Sul secondo gol di Mancini ancora un assist di El Shaarawy e nel terzo l’inserimento di Pisilli, il Lecce è in confusione. Arriva Kone, seguono tre punti. L’illusione al Lecce l’ha regalata Saud Abdulhamid, arrivato dall’Arabia dove in genere vanno i campioni a svernare con un intervento scomposto e intempestivo per il rigore del momentaneo 1-1. La Roma è intraprendente, coraggiosa, organizzata.
Friedkin fischiato dall’Olimpico
I fischi impietosi a Ryan Friedkin – il maxischermo è veleno in certi casi – indicano il colpevole della crisi scelto dai tifosi. Ma intanto c’è il primo segno di ripartenza e i primi sorrisi. E quando la felicità arriva, bisogna solo accoglierla a braccia aperte, senza troppe domande.
Il tabellino di Roma-Lecce
Roma 4 (13’ pt Saelemaekers, 14’ st Mancini, 21’ st Pisilli, 41’ st Kone)
Lecce 1 (40’ pt rig. Krstovic)
Roma (3-4-2-1): Svilar 6 – Mancini 6.5, Hummels 7 (35’ st Hermoso sv), Ndicka 6.5 – Celik 6 (23’ pt Saud 5.5), Paredes 6.5, Kone 7, Angelino 6 – Saelemaekers 7 (11’ st Pisilli 7), El Shaarawy 7 (35’ st Zalewski sv) – Dybala 6.5. All. Ranieri 6.5.
Lecce (4-2-3-1): Falcone 6.5 – Guilbert 5, Gaspar 5.5, Baschirotto 5, Jean 5 (20’ st Pierotti 5.5) – Coulibaly 6 (20’ st Berisha 6), Ramadani 6 (1’ st Kaba 5.5) – Dorgu 5, Rafia 5.5 (1’ st Oudin 5.5), Rebic 5.5 (1’ st Morente 5) – Krstovic 6.5. All. Giampaolo 5.
Arbitro: Chiffi 5.5.
Note: ammoniti Saelemaekers, Krstovic, Kaba e Kone. Spettatori 58.213.