In una lunga intervista sull'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, Samir Handanovic ha fatto il punto della propria situazione l'indomani dopo la decisione di ritirarsi dal calcio giocato. Così l'ormai ex portiere dell'Inter sulla Rosea:
"Non sono un tipo da annunci social, ma ho comunicato la decisione subito a chi mi sta vicino. È arrivato il momento di mettere la famiglia davanti dopo tanti anni: sono in pace con me stesso e felice così, è questo il momento giusto per smettere. Se sono stato vicino ad altre squadre durante l'estate? Ci sono state un paio di situazioni che ho valutato bene: sarebbe stato un cambio di vita in un’altra città o in un’altra nazione, ma quando non si sono concretizzate ho scelto di lasciare la professione. Ma pure di continuare la vita a Milano: questa è casa, ormai posso dirmi milanese anch'io, a tutti gli effetti. Adesso inizia il secondo tempo della mia vita e un nuovo futuro lavorativo…". Che sarà proprio all'Inter? "Al momento posso dire che sia io che il club vorremmo continuare a collaborare insieme con un ruolo diverso da quello che ho avuto fino ad ora e ci sono i presupposti perché questo accada. Al di là di tutto, voglio semplicemente il bene di questo club e, anche per il ruolo che ho avuto negli ultimi anni, ho sempre ragionato con una visione più grande: conta solo l’Inter e il suo bene. Com'è smettere col calcio giocato? All’inizio può sembrare strano, anche perché mi sento ancora bene fisicamente e un altro anno avrei potuto farlo, ma poi ci pensi e capisci che è una cosa normale e che questo momento doveva arrivare prima o poi: nessun rimpianto, si va avanti, sempre con l’Inter nel cuore. Per fortuna, ho le idee chiare e so in che direzione andare. Prima o poi vorrei allenare: non fare il tecnico dei portieri, ma l’allenatore a trecentosessanta gradi".